CONSULTA BOCCIA IL REFERENDUM SULL’EUTANASIA

La Corte Costituzionale ha ritenuto inammissibile il referendum sull’eutanasia presentato dall’Associazione Luca Coscioni: un primo risultato importante arriva dalla Camera di Consiglio della Consulta che rende noto il “no” al quesito forse più atteso degli 8 ancora in discussione su temi Giustizia e Cannabis.



In attesa di prossimi pronunciamenti tra questa sera e domani per gli altri 7 quesiti, la Corte Costituzionale ha sentenziato quanto segue: «In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili». In questo modo l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice Penale riferito all’omicidio del consenziente viene del tutto “stoppato” dai giudici della Consulta e dunque non potrà essere rivolto all’attenzione del voto popolare in primavera. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni per chiarire tutte le motivazioni più dettagliate dietro questa a suo modo storica opposizione della Corte Costituzionale al progetto di eutanasia voluto dal referendum nato dal caso Dj Fabo-Marco Cappato.



QUANDO ARRIVANO I PRONUNCIAMENTI DELLA CONSULTA?

In mattinata la Consulta ha valutato le ammissibilità dei quesiti referendari per il tema eutanasia e cannabis, mentre dalle ore 16 è cominciato il lavoro sui 6 quesiti che chiedono l’abrogazione di determinati punti del sistema giuridico italiano. Secondo fonti giornalistiche presso la Corte Costituzionale, potrebbero arrivare già stasera le prime pronunce della Corte costituzionale su alcuni degli otto quesiti referendari al suo esame (probabilmente seguendo l’ordine con cui sono stati revisionati stamattina); le restanti dovrebbero arrivare tra domani e giovedì.



L’ordine seguito dovrebbe essere il seguente: Eutanasia, Cannabis, Legge Severino, Separazione carriere tra giudice e pm, Custodia cautelare, Csm, Valutazioni professionalità magistrati, Responsabile civile diretta. Dai Radicali alla Associazione Cappato fino alla Lega con Salvini e Bongiorno: i vari comitati promotori degli 8 referendum oggi in discussione alla Corte si sono ritrovati fuori dal Palazzo della Consulta: in particolare il leader del Carroccio, rispondendo ad una domanda sul tema delle droghe leggere, ha replicato «Vediamo cosa sarà accolto o meno, io sono contro l’utilizzo di ogni genere di droga, che sia la coltivazione, la distribuzione e l’utilizzo di ogni tipo di droga. Se lei vuole farsi le canne può farsele io sono qui per parlare di referendum della giustizia».

8 QUESITI: CALENDARIO LAVORI E RELATORI

Si è aperta regolarmente dopo le ore 9 la Camera di Consiglio della Corte Costituzionale per dirimere gli 8 quesiti di potenziali altrettanti referendum da convocare tra aprile e maggio, qualora arrivasse il via libera della Consulta.

Si parte dal quesito sull’eutanasia e sulla richiesta di omicidio del consenziente: al momento sono presenti 18 avvocati (ma parlano in 15) e ad ascoltare, autorizzati dal Presidente della Corte Giuliano Amato, 7 esponenti del Comitato promotore. Si proseguirà nel calendario dei lavori con il referendum per la depenalizzazione della coltivazione della cannabis per infine passare ai 6 quesiti sulla giustizia. È stata resa nota anche la “squadra” dei giudici che si occupa di ogni quesito presentato: al vicepresidente Nicolò Zanon tocca il referendum sulla separazione delle carriere e su elezione componenti Csm. Per Augusto Barbera invece è stato scelto il delicato quesito sulla responsabilità civile dei magistrati, mentre per la neo-vicepresidente della Consulta Silvana Sciarra toccano i consigli giudiziari; per l’altro vice Dario de Pretis invece si passa alla abolizione della Legge Severino. Come riporta “La Repubblica”, sarà Stefano Petitti a trattare il tema della custodia cautelare mentre Giovanni Amoroso sarà il relatore sulla cannabis; il principale e più “mediatico” dei quesiti, quello sull’eutanasia, sarà invece affidato al costituzionalista Franco Modugno.

AMMISSIBILITÀ REFERENDUM: COSA DECIDE OGGI LA CONSULTA?

Al di là della grave situazione internazionale al confine tra Russia e Ucraina, la politica italiana tiene il “fiato sospeso” per la giornata di oggi con la decisione della Corte Costituzionale sull’ammissibilità di 8 referendum: 6 quesiti riguardano la giustizia (presentati da Lega e Radicali), uno sull’eutanasia (presentato dall’Associazione Coscioni di Marco Cappato) e uno sulla cannabis.

I giudici della Consulta sotto la nuova presidenza di Giuliano Amato appena nominato, si riuniscono alle ore 9.30 in camera di consiglio con la decisione attesa entro la serata, al più tardi mercoledì 16 febbraio. Lo stesso ex Premier nei giorni scorsi ha introdotto l’importante passaggio sui referendum spiegando «Dobbiamo impegnarci al massimo per consentire, il più possibile, il voto popolare. È banale dirlo ma i referendum sono una cosa molto seria e perciò bisogna evitare di cercare ad ogni costo il pelo nell’uovo per buttarli nel cestino». Da molti analisi tali dichiarazioni sono sembrate una sorta di “apertura di intenti” ai regerendum: la decisione spetterà comunque al plenum riunito da questa mattina e verrà comunicato a fine “conclave”. Qualora venissero ammessi tutti o anche solo alcuni dovranno essere sottoposti al voto popolare in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno.

REFERENDUM GIUSTIZIA: I 6 QUESITI

Il tema principale di questi 8 referendum riguarda il campo della giustizia: ben 6 quesiti infatti provengono dalla insolita “convergenza” tra Radicali e Lega che spingono per riformare il mondo della giustizia in Italia con assai più “veemenza” rispetto alle ultime riforme approvate dal Governo, dal civile al penale passando per il Csm e il delicato tema delle carceri.

Quesito n. 1: eliminazione delle firme per candidarsi al Consiglio Superiore della Magistratura (quesito potrebbe essere superato dalla riforma dell’ordinamento giudiziario appena approvato dal Consiglio dei Ministri e a breve in discussione alla Camera)
Quesito n. 2: responsabilità diretta dei magistrati, si chiede l’abrogazione della legge n.117 del 1988, in particolare negli articoli in cui è previsto che il magistrato «non possa essere chiamato direttamente in causa in un giudizio civile».
Quesito n. 3: l’equa valutazione dei magistrati, si chiede che la componente laica dei Consigli Giudiziari (avvocati e professori universitari) possa votare. (Anche questo referendum potrebbe essere superato dalla riforma Cartabia)
Quesito n. 4: separazione delle carriere tra magistrati requirenti e giudicanti
Quesito n. 5: porre limiti a custodia cautelare in carcere, «solo in pochi casi deve essere disposta prima della sentenza»
Quesito n. 6: abrogare la legge Severino, laddove si prevede che in caso di condanna anche in primo grado scatti «la sanzione accessoria dell’incandidabilità alla carica di parlamentare, consigliere e governatore regionale, sindaco e amministratore locale».

REFERENDUM EUTANASIA: COSA PREVEDE

Mentre in Parlamento ancora si attende la discussione sulla proposta di legge sul Fine Vita, l’associazione Luca Coscioni pone all’attenzione della Consulta il referendum sull’eutanasia prendendo come “spunto” la sentenza della Corte Costituzionale del 2019 sul caso Dj Fabo-Marco Cappato. Nel quesito oggi sottoposto ai giudici della Corte viene prevista l’abrogazione parziale del reato di omicidio di persona consenziente lasciando intatto solo il passaggio sul minore di età, l’infermo di mente o se il consenso sia stato estorto con violenza, inganno o minaccia. Se il quesito fosse accolto come ammissibile dalla Corte Costituzionale e poi votato per abrogare l’articolo 579 del codice penale nel voto popolare, in Italia si avrebbe nei fatti l’eutanasia attiva permessa: il medico infatti potrebbe somministrare il farmaco al paziente che ha scelto il “suicidio assistito”. L’Associazione Coscioni spiega che «l’abrogazione dell’omicidio del consenziente non esplicherà effetti di depenalizzazione per fatti commessi contro persone che non abbiano piena coscienza della propria richiesta, infatti viene sempre applicato il reato di omicidio doloso nelle ipotesi in cui il fatto sia commesso nei confronti di una persona inferma di mente o in condizioni di deficienza psichica per altra infermità». Di contro, la Conferenza Episcopale Italiana con il presidente Card. Bassetti ha espresso grande preoccupazione per il quesito sull’eutanasia: «chiunque si trovi in condizioni di estrema sofferenza va aiutato a gestire il dolore, a superare l’angoscia e la disperazione, non a eliminare la propria vita. Scegliere la morte è la sconfitta dell’umano, la vittoria di una concezione antropologica individualista e nichilista, in cui non trovano più spazio né la speranza, né le relazioni interpersonali».

REFERENDUM SULLA CANNABIS

Da ultimo, l’ottavo referendum presentato oggi davanti alla Consulta riguarda il tema anch’esso molto delicato della cannabis: il quesito promosso da associazioni come “Meglio Legale” e “Forum Droghe”, da “Antigone” fino alla stessa “Luca Coscioni” viene appoggiato dai partiti del Centrosinistra come Europa, Possibile, Radicali, Sinistra Italiana, Potere al Popolo, Rifondazione comunista, Europa Verde. Il quesito intende modificare il Testo Unico che disciplina stupefacenti e sostanze psicotrope, tanto per la rilevanza penale quanto per quella amministrativa: «depenalizzazione della coltivazione e l’eliminazione del carcere per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis, tranne per l’associazione finalizzata al traffico illecito». In questo modo verrebbe resa legale la coltivazione della cannabis, a meno che la sostanza non sia destinata ad uso di spaccio: sul fronte amministrativo, il referendum propone di eliminare la sanzione della «sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori, attualmente prevista per tutte le condotte finalizzate all’uso personale di qualsiasi sostanza stupefacente o psicotropa».