CASSAZIONE FA PROCEDERE IL REFERENDUM ABROGATIVO SULL’AUTONOMIA: PRIMA VITTORIA DELLA SINISTRA, ORA ULTIMO OSTACOLO CONSULTA

In una ordinanza lunga quasi trenta pagine, la Suprema Corte di Cassazione ha decretato il via libera al potenziale Referendum abrogativo dell’Autonomia Differenziata, la legge Calderoli approvata lo scorso giugno dal Parlamento e teatro di attacchi e ricorsi dalle Regioni governate dal Centrosinistra (assieme alla Calabria di Occhiuto, ndr) e ovviamente dalle opposizioni del “campo largo”, con l’aggiunta del sindacato CGIL. Secondo i giudici “ermellini” è legittima la richiesta di poter cancellare il ddl Calderoli in materia di autonomie regionali ma, per poter procedere verso l’effettiva consultazione elettorale, serve un ultimo passaggio davanti alla Corte Costituzionale per la questione cardine dell’ammissibilità.



Per primi a dare la notizia questa mattina il quotidiano “La Repubblica”, riportano gli stralci delle 28 pagine firmate dal presidente della Corte Cassazione Rosa Maria Di Virgilio, dopo che l’esame era stato “congelato” in attesa della recente sentenza della stessa Consulta che aveva di fatto riscritto alcune parti della legge sull’Autonomia, ritenendola costituzionale tranne che in alcuni profili (su tutti, da modificare il tema del LEP). Decade il quesito dei consiglio regionali ricorrenti che puntavano invece all’abrogazione parziale della legge, dato che la Consulta ha provveduto a modificare i punti indicati dagli stessi togati: «Il quesito di abrogazione totale della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata ‘deve avere corso pur dopo la pronuncia numero 192/2024 della Corte Costituzionale», si legge l’ufficio della Corte di Cassazione. Il contorno della Autonomia differenziata, con il regionalismo giudicato garantito e legittimo dalla Consulta, permane ma la possibilità di passare al referendum abrogativo non viene annullato dalla Cassazione: il considerare legittimo il Referendum non significa che il testo del ddl Calderoli sia incostituzionale ma sarà ora l’ultimo step della Consulta a poter definire l’eventuale ammissibilità o inammissibilità della legge approvata il 25 giugno 2024.



LE REAZIONI ALL’ORDINANZA DELLA CASSAZIONE: NUOVA BATTAGLIA SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

«È una ottima notizia»: così l sindacato della CGIL, nella voce del segretario confederale Christian Ferrari in una nota ufficiale sul commento alla ordinanza della Cassazione, «Su un disegno di questa portata la via maestra è un referendum che consenta al corpo elettorale di esprimere la sua opinione». Insacca un nuovo punto il “campo largo” che da mesi contesta il dispositivo di legge azionato dal Ministro Calderoli e dal lavoro del Parlamento (oltre alla Commissione dei Saggi): per Schlein & Co. la decisione degli “ermellini” è da considerare un plauso ai contenuti del ricorso e dei quesiti affrontati dal Referendum.



«Il Governo Meloni ora si fermi e ritiri la legge», attacca la Segretaria del Pd che ritiene le correzioni della Consulta e la scelta oggi della Cassazione come una bocciatura completa dell’Autonomia differenziata, addirittura per il leader di AVS Angelo Bonelli la riforma sarebbe una «disfatta della Lega» visti i pronunciamenti dei giudici. Dalla maggioranza viene invece rilevato come la decisione della Cassazione non è affatto un «garantire lo svolgimento del Referendum», ma semplicemente la possibilità di ammettere tale ricorso abrogativo in attesa del pronunciamento finale della Consulta. Se dal Governatore del Veneto Luca Zaia gli ultimi due “intoppi” non fermano affatto la battaglia per l’Autonomia, da Palazzo Chigi occorre ora attendere l’ultimo pronunciamento della Corte Costituzionale per capire se vi sia piena conformità alla legge del Referendum proposto da CGIL e partiti di Centrosinistra.