Cosa succede se vince sì al referendum? Non essendo abrogativo ma confermativo, con la vittoria del Sì verrebbe approvato il testo della legge costituzionale che riguarda le modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari, che è stato approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019. La legge costituzionale è stata dunque approvata l’anno scorso, senza però avere la maggioranza di due terzi dei componenti di ciascun ramo del Parlamento nella seconda votazione, per questo è stato possibile chiedere il referendum. In caso di vittoria del Sì cambierebbe la composizione del Parlamento, ma ovviamente non nell’immediato, bensì dalla prossima legislatura. Quindi, alla Camera i deputati passerebbero dai 630 attuali a 400. Invece nel Senato si scenderebbe da 315 a 200 seggi. Ma cambierebbe anche il numero dei parlamentari eletti dagli italiani all’estero: i deputati scenderebbero da 12 a 8, i senatori passerebbero da 6 a 4. Inoltre, verrebbe stabilito un tetto massimo di senatori a vita nominati dal presidente della Repubblica: non più di 5.
SÌ AL REFERENDUM, COME CAMBIA PARLAMENTO
Se vince il sì al referendum sul taglio dei parlamentari cambierebbero anche i regolamenti delle due Camere. Ogni parlamentare acquisterebbe più peso e responsabilità, soprattutto nell’elezione di figure importanti come i 5 giudici della Corte costituzionale, un terzo dei membri del Consiglio superiore della magistratura (Csm), il presidente della Repubblica e la votazione per la sua eventuale messa in stato di accusa. Tra le eventuali novità anche la composizione delle commissioni parlamentari, che subirebbe un taglio del 36 per cento. Il processo di revisione costituzionale, invece, funzionerebbe con un consenso ridotto dal punto di vista quantitativo. Si ridurrebbero anche i costi della “macchina” politica e amministrativa. Le stime riferiscono di un risparmio annuo di 53 milioni per la Camera e 29 milioni per il Senato. In caso di vittoria del Sì al referendum comunque servirebbe modificare la legge elettorale per coniugare l’efficacia governativa con la rappresentatività delle aree del Paese, comprese le minoranze.