Non solo l’Anm prende forte posizione contraria ai Referendum sulla Giustizia presentati dai Radicali con la Lega, ma ora anche l’ex Csm Piercamillo Davigo sulle colonne del “Fatto Quotidiano” si scaglia contro le norme presentate da Salvini e Turco. Per una volta lontano dall’affaire Amara-Armanna-Eni negli ultimi mesi, l’ex Mani Pulite si concentra sui 6 quesiti presentati negli scorsi giorni in Cassazione (dal 2 luglio parte la raccolta delle firme in tutta Italia). «La custodia cautelare è la misura restrittiva che si può adottare nei confronti di chi è raggiunto da gravi indizi di colpevolezza per determinati delitti e sempre che ricorrano esigenze cautelare che le impongano»: ebbene, scrive Davigo, proprio questo istituto sarebbe messo in crisi dai Referendum sulla Giustizia, tanto che attacca il leader della Lega apostrofandolo «Salvini vuole delinquenti liberi».
Il terzo quesito referendario infatti propone di abolire dal codice penale, sull’esercizio della custodia cautelare, le parole «O della stessa specie di quello per cui si procede. Se il pericolo riguarda la commissione di delitti della stessa specie di quello per cui si procede, le misure di custodia cautelare sono disposte soltanto se trattasi di delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni ovvero, in caso di custodia cautelare in carcere, di delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni nonché per il delitto di finanziamento illecito dei partiti di cui all’articolo 7 della legge 2 maggio 1974, n. 195, e successive modificazioni».
LA CRITICA DELL’EX CSM AL REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA
La conseguenza diretta, scrive Davigo, è che se dovesse passare il Referendum potranno essere sottoposti a misura cautelare solo coloro per cui sussiste il «concreto e attuale pericolo che costoro commettano gravi delitti con uso di armi o di altri mezzi di violenza personale o diretti contro l’ordine costituzionale ovvero delitti di criminalità organizzata». Niente carcere preventivo dunque per corrotti, falsari, bancarottieri ma anche ladri e scippatori: per questo Davigo prova a “stanare” Salvini e l’intera Lega, per anni a sostegno di misure che ponessero maggiore sicurezza ai rapinati e sequestrati (la legge sulla legittima difesa ma non solo, ndr). «Uno scippatore arrestato in flagranza, dopo l’arresto dovrà essere rilasciato perché non sarà possibile disporre la custodia cautelare. Altrettanto avverrà per il ladro che ha appena svaligiato un appartamento»: per l’ex magistrato togato l’eventuale abrogazione porterebbe anche alla cessazione della custodia cautelare per gli attualmente detenuti. Il finale dell’editoriale è tutto dedicato al “bersaglio” di giornata, il Segretario della Lega: «Quello che colpisce di più è l’adesione della Lega a tale quesito referendario […] Del resto non avevano i leghisti insistito per la modifica della normativa sulla legittima difesa in modo da consentire di sparare a chi entrava in un’abitazione o nelle pertinenze?». Ancora su Salvini, Davigo ricorda come l’ex Ministro abbia fatto del contenimento dei migranti irregolari uno dei punti programmatici: ebbene, «Nelle carceri italiane circa un terzo dei detenuti (quasi tutti in custodia cautelare) sono stranieri irregolari che verranno quasi tutti scarcerati. Forse è troppo pretendere la coerenza, ma un po’ di buon senso non guasterebbe. Speriamo che sia uno scherzo».