EUTANASIA E CANNABIS, CHE FINE HANNO FATTO I DUE REFERENDUM
In origine erano stati presentati 8 Referendum per l’Election Day del 12 giugno assieme alle Elezioni Amministrative: oggi però alle urne gli italiani riceveranno “solo” 5 schede con altrettanti quesiti referendari. Non sono infatti stati ammessi i Referendum su eutanasia-suicidio assistito, cannabis-droghe leggere e responsabilità civile dei magistrati.
Se dunque gli elettori non dovessero trovarsi davanti i quesiti effettivi su quesire tre macro-tematiche non si tratterà di un imperdonabile errore degli scrutatori: è stata la Corte Costituzionale, con la sentenza del 16 febbraio scorso a stabilire che tre degli 8 quesiti non erano ammissibili. Il primo quesito scartato si basava sul testo dell’Associazione Luca Coscioni sul Fine Vita: tecnicamente chiedeva l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente). La Consulta si è invece espressa molto chiaramente: «È inammissibile il quesito sull’omicidio del consenziente: non assicura la tutela minima del diritto alla vita. Rendere lecito l’omicidio del consenziente di chiunque abbia prestato a tal fine un valido consenso, priva la vita della tutela minima richiesta dalla Costituzione».
Per quanto riguarda le droghe leggere, il testo del Referendum bocciato chiedeva la depenalizzazione per uso e possesso di cannabis: la Consulta, nelle sue motivazioni, scrisse invece che tale Referendum «avrebbe condotto alla depenalizzazione delle coltivazioni di tutte le piante da cui si estraggono sostanze stupefacenti, sia leggere che pesandosi, cozzando con gli obblighi internazionali derivanti dalle Convenzioni di Vienna e di New York e con la Decisione Quadro 2004/757/GAI».
REFERENDUM GIUSTIZIA, PERCHÀ BOCCIATO IL QUESITO SULLA RESPONSABILITÀ CIVILE DEI MAGISTRATI
L’esclusione di questi due Referendum così importanti per temi molto dibattuti dall’opinione pubblica, notano molti osservatori, non può che inevitabilmente “spegnere” interesse e attivismo sul voto dei Referendum. Cannabis ed eutanasia però non sono stati gli unici quesiti ad essere bocciati dalla Corte Costituzionale: ad essere stoppato è stato anche il quesito sulla responsabilità civile dei giudici, che faceva parte del pacchetto di 6 Referendum presentati da Lega e Radicali.
«Quesito manipolato, non chiaro e inidoneo allo scopo», è la motivazione adottata dalla Corte Costituzionale nell’escludere il quesito sulle “toghe” dall’Election Day di oggi 12 giugno 2022. Secondo la Consulta, il Referendum non avrebbe cancellato qualcosa della Legge, ma avrebbe introdotto una disciplina giuridica sostanzialmente nuova, non voluta invece dal legislatore: «Il quesito con la tecnica del ritaglio abrogativo», secondo la Consulta, «puntava a ottenere un’autonoma azione risarcitoria nei confronti del magistrato, per consentire al soggetto danneggiato di chiamarlo direttamente in giudizio».
Non solo, è stato dichiarato inammissibile perché non chiaro a sufficienza sul punto nodale della responsabilità diretta del giudice singolo: sarebbero infatti rimasti oscuri i termini e le condizioni di procedibilità. Secondo i promotori del Sì al Referendum sulla Giustizia, il quesito bocciato avrebbe potuto invece determinare una svolta a livello costituzionale in merito all’effettiva responsabilità diretta di magistrati incorsi in gravi errori giudiziari