12 GIUGNO, GUIDA AL VOTO SUL REFERENDUM GIUSTIZIA 2022

Domenica 12 giugno 2022 urne aperte in tutta Italia con i 5 Referendum popolari abrogativi in materia di giustizia: nell’unico Election Day che comprende anche le Elezioni Amministrative in 970 Comuni (tra cui 21 capoluoghi di provincia e 4 capoluoghi di Regione, ovvero Genova, Palermo, Catanzaro, L’Aquila), milioni di italiani sono chiamati al voto per valutare 5 quesiti proposti da Lega e Radicali, tutti a tema della giustizia italiana.



Dopo mesi di campagna elettorale in “sordina” e con molti italiani ancora all’oscuro (o quasi) circa il contenuto effettivo dei Referendum che hanno superato il vaglio della Corte Costituzionale (bocciati invece un altro quesito sulla giustizia, quello sull’eutanasia e l’ultimo sulle droghe leggere), ecco il momento della verità per i Referendum sulla giustizia. In particolare, i temi cardine sono i seguenti: Abrogazione decreto Severino; riforma Csm; valutazione dei magistrati; separazione delle carriere; misure cautelari. Qui sotto una rapida guida al voto indica i punti principali da conoscere sui quesiti, la scheda elettorale e le conseguenze laddove i Referendum dovessero essere approvati con la maggioranza dei Sì.



I 5 QUESITI DEL REFERENDUM GIUSTIZIA (E I COLORI DELLE SCHEDE)

Ecco qui di seguito i testi principali dei 5 quesiti presenti alle urne domenica 12 giugno (qui in versione integrale, ndr), ognuno recante un Referendum diverso sul quale si potrà scegliere di apporre la propria X su Sì o No al progetto di abrogazione delle rispettive norme.

Quesito 1 (scheda rossa): Abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi;
Quesito 2 (scheda arancione): Limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale;
Quesito 3 (scheda gialla): Separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati;
Quesito 4 (scheda grigia): Partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte;
Quesito 5 (scheda verde): Abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura.



REFERENDUM GIUSTIZIA 2022, COME SI VOTA

Capire come si vota ai Referendum sulla giustizia del prossimo 12 giugno è in realtà molto semplice: occorre intanto presentarsi al proprio seggio muniti di tessera elettorale e documento di identità valido.

All’elettore verranno consegnate le 5 schede su sui sono riportati i testi dei 5 quesiti referendari: in quanto quello sulla giustizia è un Referendum abrogativo, se si è favorevole a cancellare la norma del quesito occorrerà apporre un segno sul SÌ; se si è contrari a cancellare la norme e quindi si preferisce mantenerla come è attualmente, il voto sarà NO. La vittoria finale del SI in ognuno dei 5 Referendum popolari al voto il 12 giugno cancella del tutto o in parte la legge in questione, in caso contrario, con la vittoria del NO la norma rimane invariata. Come ogni Referendum abrogativo, la consultazione sarà ritenuta valida quando il numero dei votanti superi il 50% più degli aventi diritto al voto: i risultati del referendum consultivi, infine, non sono vincolanti ma pongono un’indicazione chiara al Parlamento di quale sia l’intenzione dei cittadini sulla specifica materia discussa. A questo link è disponibile il servizio di FAQ del Ministero dell’Interno con tutte le possibili domande su come si vota in Italia e all’estero ai Referendum del 12 giugno.

COSA SUCCEDE SE VINCE IL SÌ AL REFERENDUM GIUSTIZIA IL 12 GIUGNO 2022

Come già anticipato, ai Referendum sulla giustizia le possibili conseguenze sono sostanzialmente tre: se non viene raggiunto il quorum, se con quorum prevalgono i NO, se con quorum prevalgono i SÌ.

Nel primo caso, la consultazione non avrebbe validità secondo le norme della Repubblica, anche se rimarrebbe l’indicazione della minoranza di cittadini che avranno espresso il proprio voto. Con la vittoria del No in ciascuno dei 5 Referendum, gli italiani confermerebbero le norme attuali, di fatto accettando il grado della giustizia in Italia per come è stata finora. Se invece dovesse vincere il Sì (con quorum) ecco che qualcosa potrebbe cambiare nei prossimi anni, già a cominciare dall’attuale Riforma della Giustizia messa in campo dalla Ministra Cartabia e in discussione in Parlamento. Ecco dunque, in pillole, come potrebbe cambiare l’ordinamento giuridico, civile e penale laddove dovessero essere approvati i singoli Referendum al voto il prossimo 12 giugno 2022.

1- Abolizione Decreto Severino
Se vince il Sì: viene abrogato il Decreto e si cancella così l’automatismo fissato in precedenza, ovvero si restituisce ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso di condanna, occorra applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici
2- Limiti agli abusi della custodia cautelare
Se vince il Sì: resta in vigore la carcerazione preventiva per chi commette reati più gravi mentre si abolisce la possibilità di procedere agli arresti in carcere per le motivazioni di “rischio reitero del reato”. Rimangono il “pericolo di fuga” e “l’alterazione delle prove”
3- Separazione delle carriere dei magistrati
Se vince il Sì: i magistrati dovranno scegliere all’inizio della carriera se svolgere ruolo di giudici o di pubblici ministeri e poi mantenere quel ruolo per tutta la vita lavorativa
4– Valutazione equa dei magistrati
Se vince il Sì: viene riconosciuto ai membri “laici” della magistratura – ovvero avvocati e professori – di partecipare attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati
5- Riforma del Csm
Se vince il Sì: viene abrogato l’obbligo per un magistrato che voglia essere eletto di trovare da 25 a 50 firme per presentare la candidatura. Con il Sì, si torna alla legge originaria del 1958, dove era previsto che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri Csm semplicemente tramite propria candidatura: si riduce il rischio di controllo delle correnti e influsso dell’orientamento politico.