RISULTATI ESAME CONSULTA: 3 REFERENDUM BOCCIATI SU 8
Sono in tutto 3 i quesiti referendari bocciati dalla Corte Costituzionale al termine della due giorni di audizioni al Palazzo della Consulta: sono stati dichiarati non ammissibili per motivi costituzionali i referendum sull’omicidio del consenziente (eutanasia), sulla cannabis legale e sulla responsabilità civile diretta dei magistrati.
Lo ha spiegato in conferenza stampa il Presidente della Consulta Giuliano Amato: «È ammissibile il referendum sulle funzioni da riconoscere ai consigli giudiziari nella loro composizione anche con i laici», annuncia l’ex Premier collegato con i giornalisti. È invece inammissibile il referendum sulla responsabilità diretta dei magistrati: «l’introduzione della responsabilità diretta rende il referendum più che abrogativo lo rende innovativo, perché non è un caso di abrogazione che fa sì che tolto quel pezzetto si riespande una norma più generale che c’era. No, qui la responsabilità per i magistrati resta indiretta». Infine viene considerato inammissibile il referendum sulla cannabis-sostanze stupefacenti: «Il referendum non riguarda la cannabis, ma tutte le sostanze stupefacenti delle tabelle 1 e 3. La cannabis è nella tabella 2. Le tabelle 1 e 3 includono papaveri e coca, si violerebbero organi internazionali plurimi», spiega ancora Amato che ravvisa il rischio di violare obblighi internazionali ma anche «inidoneità allo scopo nel referendum sulle sostanze stupefacenti». Replicando ad alcune domande in merito all’inammissibilità del testo sulle sostante stupefacenti, l’ex Premier Amato sottolinea l’errore importante compiuto da chi ha scritto il referendum stesso: «Togliere la parola “coltiva” voleva dire ammettere la coltivazione di foglia di coca e papavero. Chi ha scritto il quesito probabilmente ha utilizzato le tabelle del decreto Giovanardi», sbagliando dunque clamorosamente. In conferenza stampa è giunta la notizia della forte critica lanciata da Marco Cappato nel merito delle motivazioni addotte dalla Consulta nel bocciare i testi su cannabis ed eutanasia: «Giuliano Amato ha affermato il falso dicendo che il referendum non toccherebbe la tabella che riguarda la cannabis. Non sono stati nemmeno in grado di connettere correttamente i commi della legge sulle droghe. Un errore materiale che cancella il referendum». La replica di Amato è stata immediata: «Cappato poteva risparmiarsi le cattiverie, per lui era più opportuno riflettere su cosa stava facendo. Cappato parla di eutanasia e presenta un quesito sull’omicidio del consenziente. Mi conosce da anni, sono assai meno politico di lui».
CONSULTA: AMMESSI 4 QUESITI SULLA GIUSTIZIA
Mentre prosegue l’esame dei referendum presso la Corte Costituzionale, l’ufficio stampa della Consulta rende noto che 4 quesiti sulla giustizia sono stati ammessi per il voto popolare in primavera: in attesa dello specifico e dettagliato deposito delle sentenze (previsto nei prossimi giorni), ecco il risultato della prima parte della camera di consiglio odierna.
Sono stati definiti ammissibili i seguenti 4 quesiti referendari: Abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità (Legge Severino); Limitazione delle misure cautelari; Separazione delle funzioni dei magistrati; Eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del CSM. Spiega ancora la Consulta come i suddetti referendum «sono stati ritenuti ammissibili perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario». I lavori procedono ed entro sera dovrebbero emergere le sentenze anche per i restanti 3 quesiti rimasti, ovvero responsabilità civile diretta dei magistrati, equa valutazione professionalità giudici e cannabis legalizzata.
REFERENDUM GIUSTIZIA E CANNABIS: CONSULTA RIUNITA
Dopo la fragorosa bocciatura del referendum sull’eutanasia avvenuta ieri, la Corte Costituzionale torna a riunirsi oggi per dirimere l’ammissibilità o meno degli altri 7 quesiti presentati e discussi ieri mattina in audizione.
Si tratta dei quesiti referendari sulla cannabis (1) e sulla giustizia (6): alle 9.30 è cominciata la camera di consiglio per valutare l’ammissibilità e fonti della Consulta valutano come in giornata si dovrebbe riuscire ad arrivare ad una risposta definitiva su tutti e 7 i referendum presentati. Qualora venissero ammessi tutti o anche solo alcuni dovranno essere sottoposti al voto popolare in una domenica da decidere tra aprile e maggio, con possibilità di unirli in un unico Election Day con le prossime Elezioni Amministrative 2022 attese per la primavera.
ECCO I 7 QUESITI RIMASTI
Sono in tutto 7 i quesiti rimasti dopo il “ko” del referendum che si proponeva di legalizzare l’eutanasia abrogando parte dell’articolo di codice penale sull’omicidio del consenziente: eccoli di seguito, con il testo ufficiale emerso dalle audizioni disponibile a questo indirizzo.
Cannabis
Il quesito chiede la depenalizzazione della coltivazione della cannabis a patto che non sia per spaccio; chiede inoltre di modificare il Testo Unico che disciplina stupefacenti e sostanze psicotrope. Il referendum in questione, se promosso, cancellerebbe il reato di coltivazione della cannabis, di conseguenza sopprime le pene detentive, da due a sei anni, ed elimina anche il ritiro della patente, ma solo per chi coltiva le pianticelle.
Giustizia
– Quesito n. 1, abrogare Legge Severino: laddove si prevede che in caso di condanna anche in primo grado scatti «la sanzione accessoria dell’incandidabilità alla carica di parlamentare, consigliere e governatore regionale, sindaco e amministratore locale»
– Quesito n. 2, Misure cautelari e recidiva: porre limiti a custodia cautelare in carcere, «solo in pochi casi deve essere disposta prima della sentenza»
– Quesito n. 3, Separazione carriere tra giudice e pm
– Quesito n. 4, equa valutazione professionalità magistrati: partecipazione di membri laici ai Consigli giudiziari e al Consiglio direttivo della Cassazione (questo referendum potrebbe essere superato dalla riforma Cartabia sull’ordinamento giuridico appena approvata in CdM)
– Quesito n. 5, Responsabilità civile diretta dei magistrati: si chiede l’abrogazione della legge n.117 del 1988, in particolare negli articoli in cui è previsto che il magistrato «non possa essere chiamato direttamente in causa in un giudizio civile»
– Quesito n. 6: Elezione componenti togati del Csm: eliminazione delle firme per candidarsi al Consiglio Superiore della Magistratura (quesito potrebbe essere superato dalla riforma dell’ordinamento giudiziario appena approvato dal Consiglio dei Ministri e a breve in discussione alla Camera)
CAOS POLITICA DOPO LO STOP AL REFERENDUM EUTANASIA
Resta nel frattempo ancora fortissima eco dalla bocciatura del primo referendum discusso ieri dalla Consulta, quello presentato dall’Associazione Luca Coscioni nel merito dell’eutanasia legale: con la sentenza depositata e attesa nelle sue motivazioni più complete nei prossimi giorni, la Corte Costituzionale ha decretato ieri che l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice Penale riferito all’omicidio del consenziente non sia ammissibile a livello costituzionale. Questo il pronunciamento emerso ieri dopo la prima camera di consiglio: «In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili». Dura la reazione dei comitati promotori, a cominciare da Marco Cappato della Coscioni: «Questa per noi è una brutta notizia. È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia. Sull’eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina». Contrari alla scelta Pd, M5s e tutti i partiti del Centrosinistra (che convergono ora sul disegno di legge fermo alla Camera sul Fine Vita, favorevoli invece i partiti centristi (Udc in primis, qui il commento per il Sussidiario della senatrice Paola Binetti). Preoccupato invece Matteo Salvini: «Sono dispiaciuto, la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia». Sulla Lega pesa anche il rischio di una bassa adesione degli elettori alle urne vista la non presenza del quesito sull’eutanasia. Per la decisione della Consulta plaudono le associazioni pro-life e pure la Conferenza Episcopale Italiana nella nota di commento: «E’ un invito ben preciso a non marginalizzare mai l’impegno della società, nel suo complesso, a offrire il sostegno necessario per superare o alleviare la situazione di sofferenza o disagio. Papa Francesco, durante l’udienza di mercoledì 9 febbraio, ha usato parole chiare: ‘La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti’. Occorre rivolgere maggiormente l’attenzione verso coloro che, in condizioni di fragilità o vulnerabilità, chiedono di essere trattati con dignità e accompagnati con rispetto e amore».