Sulla questione referendum sulla giustizia, argomento sul quale nelle scorse ore si sono registrate le dichiarazioni dell’Anm, sono giunte nella giornata odierna le affermazioni del presidente dell’Unione Camere Penali Italiane, Gian Domenico Caiazza. Quest’ultimo, intervenuto ai microfoni dell’agenzia AGI, ha asserito: “Trovo veramente stupefacenti le parole del presidente Santalucia, che confermano l’enorme difficoltà della magistratura associata di comprendere la profondità della crisi che la riguarda”.
L’intervistato ha parlato di “parole gravi perché il referendum è uno strumento costituzionale, pensato proprio per consultare la volontà popolare. Immaginare che l’associazione nazionale della magistratura critichi una consultazione popolare ha dell’incredibile”. Secondo Caiazza, l’Anm ha pieno diritto di intervenire nel dibattito sui quesiti referendari e dire la sua, se non è d’accordo, ma di certo non con toni tanto minacciosi: “Quanto accaduto deve far riflettere l’Anm e la magistratura italiana tutta sulla gravità di queste parole”.
REFERENDUM GIUSTIZIA, CAIAZZA: “ANM IN STATO CONFUSIONALE”
All’AGI, Caiazza ha affermato che l’Anm dimostra di non comprendere la realtà, ossia una crisi profonda dell’intero sistema, e che le parole di Santalucia rispecchiano lo stato confusionale dell’Anm. “Il confronto si fa sui quesiti – ha proseguito –. Quando si fa un referendum, non si può mettere in discussione la natura stessa dello strumento che è una forma di manifestazione democratica diretta”.
Non bisogna scordare, dice il presidente dell’Unione Camere Penali Italiane, che la nostra democrazia si esprime in una duplice forma: “Il voto, e cioè la delega al Parlamento che è la forma ordinaria, e poi il referendum, che è abrogativo di una legge. Mi sembra un disegno equilibrato e incontestabile. E cosa farebbe l’Anm di fronte ad un Parlamento che legifera una legge di cui non è d’accordo? Reagirebbe in questi termini?”. Insomma, la polemica è più che mai aperta.