AFFLUENZA REFERENDUM QUESITO 4: IL DATO DEFINITIVO
I dati definitivi relativi all’affluenza per il quesito 4 dei referendum sulla giustizia (scheda grigia relativa ai membri laici), parlano di un 20,92% degli elettori che si è recato alle urne. Per quanto concerne invece il voto degli italiani all’estero, non si ha al momento una percentuale rappresentativa e soddisfacente dell’affluenza effettiva, ma il dato parziale denuncia un astensionismo forse ancora più marcato rispetto a quello già riscontrato all’interno dei confini nazionali (siamo al 12,62%).
Al momento, peraltro, non c’è ancora un risultato definitivo, visto che mancano esattamente 102 sezioni su 61.569 complessive. Tuttavia, il quadro è ormai delineato, con il Sì in netto vantaggio sul No: 71,63% contro 28,37%. Il successo del Sì è però del tutto inutile, in quanto, non essendo stato raggiunto il quorum del 50% + 1,il referendum non si può considerare in alcun modo valido. Ergo, è come se a imporsi fosse stato il No. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
Quesito 4, cosa succede se vince il SÌ – DIRETTA Referendum Giustizia – 5 quesiti Referendum: quali sono – Come si vota – LIVE Elezioni 2022: dati Comunali in tempo reale
REFERENDUM QUESITO 4: CHI È ANDATO A VOTARE?
In attesa dei dati relativi all’affluenza alla chiusura dei seggi, attraverso le rilevazioni di Tecnè per Mediaset arrivano delle indicazioni importanti relative a coloro che hanno votato i 5 referendum sulla giustizia, compreso il quesito 4 relativo alla valutazione dei magistrati. Risulta quindi che si è recato alle urne il 25% degli elettori di età compresa tra i 35 e i 64 anni, mentre tra gli over 64 solamente il 13%, un punto in più degli under 34 (considerando tra di essi solo i maggiorenni). È andato alle urne anche il 32% dei lavoratori dipendenti, il 22% degli autonomi, il 13% dei pensionati e il 12% di precari e disoccupati. Per quanto riguarda i redditi, è andato alle urne il 30% degli elettori con redditi alti, il 22% di quelli con redditi medi e il 12% di quelli con redditi bassi. (aggiornamento di Lorenzo Torrisi)
Quesito 4, cosa succede se vince il SÌ
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EXIT E ISTANT POLL SUL REFERENDUM QUESITO 4
È praticamente certo che i referendum sulla giustizia, compreso il quarto relativo alla valutazione dei magistrati, non abbiano raggiunto il quorum necessario secondo Tecnè, che ha svolto una rilevazione per Mediaset, l’affluenza si è attestata tra il 18,5% e il 22,5%. Come facilmente prevedibile, tra coloro che si sono recati alle urne, stando sempre all’istant poll di Tecnè, il quesito numero 4 avrebbe visto una prevalenza di Sì (68-72%) rispetto ai No (28-32%). Percentuali simili sono state riportate anche da Opinio, che ha svolto un exit poll per la Rai: i Sì si attesterebbero tra il 67% e il 71%, mentre i No tra il 29% e il 33%. Come si diceva, la prevalenza dei Sì rappresenta un risultato facilmente prevedibile, in quanto i sostenitori del No avevano anche la possibilità di non esprimere il proprio voto per far in modo che i referendum non raggiungessero il quorum richiesto per la loro validità, mentre i sostenitori del Sì erano incentivati a recarsi alle urne proprio per consentire il raggiungimento della fatidica soglia. (aggiornamento di Lorenzo Torrisi)
AFFLUENZA REFERENDUM QUESITO 4 ALLE ORE 12
Affluenza molto bassa anche per il quesito 4 dei referendum sulla giustizia 2022, quello presentato su scheda grigia che riguarda la partecipazione dei membri laici ai consigli giudiziari. Alle ore 12:00, in occasione della prima rilevazione dell’affluenza, è stata riscontrata una percentuale del 6,76%, che è in linea con i dati riguardanti gli altri quesiti, ma comunque bassa ai fini del quorum. Dalle analisi dei dati raccolti finora YouTrend ha fatto una previsione relativa alla possibile affluenza finale, che potrebbe essere inferiore al 30 per cento, di fatto ben lontana da quel 50% più uno fondamentale per far sì che i risultati dei referendum sulla giustizia 2022 siano validi.
Ma torniamo all’affluenza che riguarda il quesito 4. La percentuale più alta è stata riscontrata in Liguria, dove alle ore 12:00 si è recato alle urne il 9,95% degli elettori. Di poco superiore al 9,09% registrato in Friuli Venezia Giulia. Per quanto riguarda le rilevazioni più basse, ci sono il Molise con il 4,15% e il Trentino Alto Adige che per ora totalizza il 4,29% degli elettori che si sono recati alle urne. (agg. di Silvana Palazzo)
QUESITO 4, REFERENDUM GIUSTIZIA: I PRIMI DATI SULL’AFFLUENZA
Il quesito 4 del referendum giustizia (scheda di colore grigio) prevede che i votanti si esprimano in merito al sistema di valutazione dei magistrati, prerogativa riservata al Csm, che sceglie anche basandosi su valutazioni espresse dai Consigli giudiziari a livello territoriale. Il quesito, come vi abbiamo spiegato, riguarda la “partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte”.
Proviamo a tradurlo in termini diversi: il “SÌ” permette il voto dei laici (avvocati e professori) presenti nei consigli giudiziari anche su queste deliberazioni, il “NO” ritiene il loro giudizio inopportuno. Come per gli altri quesiti, l’affluenza specifica per il quesito 4 del referendum giustizia 2022 alle ore 12 a livello nazionale era molto bassa, attestandosi al 4,98%, dunque molto lontana dal raggiungimento del quorum. Si vota fino alle 23. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
REFERENDUM GIUSTIZIA, TESTO QUESITO N.4: LA SCHEDA GRIGIA
Il Quesito n. 4 dei 5 Referendum popolari abrogativi ammessi dalla Corte Costituzionale per l’Election Day del 12 giugno 2022 riguarda la equa valutazione dei magistrati. In particolare, alle urne si andrà a votare la partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e l’abrogazione delle norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte.
Ecco il testo integrale che si troverà sulla scheda grigia ai seggi per i Referendum giustizia: «Volete voi che sia abrogato il decreto legislativo 27 gennaio 2006, n.25, recante «Istituzione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e nuova disciplina dei consigli giudiziari, a norma dell’art. 1, comma 1, lettera c) della legge 25 luglio 2005, n.150», risultante dalle modificazioni e integrazioni successivamente apportate, limitatamente alle seguenti parti: art.8, comma 1, limitatamente alle parole “esclusivamente” e “relative all’esercizio delle competenze di cui all’art.7, comma 1, lettera a)”; art.16, comma 1, limitatamente alle parole: “esclusivamente” e “relative all’esercizio delle competenze di cui all’art.15, comma 1, lettere a), d) ed e)”?».
EQUA VALUTAZIONE DEI MAGISTRATI: COSA PREVEDE REFERENDUM GIUSTIZIA N.4
L’equa valutazione dei magistrati riguarda la composizione dei consigli giudiziari, ovvero degli organi “ausiliari” del Consiglio superiore della magistratura, che è invece l’organo di autogoverno della magistratura. La loro funzione è quella di esprimere “motivati pareri” su diversi ambiti, tra cui le valutazioni di professionalità dei magistrati. La legge del 2006 attualmente in vigore in merito, però, prevede che le valutazioni in questione siano attivamente espresse solo dai componenti dei Consigli giudiziari appartenenti alla magistratura e non da quelli laici, che rappresentano 1/3 dei membri.
Con l’abrogazione delle norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte, dunque, verrebbe istituita l’equa valutazione dei magistrati. Il compito di valutare la professionalità di giudici e pm spetterebbe dunque anche ai cosiddetti membri laici, ovvero avvocati e professori universitari di materie giuridiche, che non sarebbero più dunque soltanto “spettatori”.
EQUA VALUTAZIONE DEI MAGISTRATI: PERCHÈ SÌ/PERCHÈ NO AL REFERENDUM N.4
Come e perché votare Sì
Barrando la casella SÌ sulla scheda grigia si conferma la volontà di abrogare le norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte. Chi sostiene il sì ritiene che questa modifica abbasserebbe il tasso di «autoreferenzialità» nei giudizi sul lavoro dei giudici e dei pm, in linea di massima sempre favorevoli. “Questa sovrapposizione tra “controllore” e “controllato” rende poco attendibili le valutazioni e favorisce la logica corporativa. Col referendum si vuole estendere anche ai rappresentanti dell’Università e dell’Avvocatura nei Consigli giudiziari la possibilità di avere voce in capitolo nella valutazione”, dicono i promotori.
Come e perché votare No
Barrando la casella NO sulla scheda grigia si conferma la volontà di mantenere le attuali norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte. Chi sostiene il no ritiene che sia improprio che i magistrati vengano valutati da soggetti esterni e in particolare dagli avvocati, poiché questi ultimi potrebbero essere spinti da ragioni di contrasto professionale in virtù del fatto che i pm rappresentano la loro controparte e si creerebbe dunque una soggezione nei loro confronti da parte dei magistrati.
QUESITO N.4, COSA SUCCEDE SE VINCE IL SÌ
Se dovesse vincere il Sì al Referendum giustizia quesito n.4
– ovvero se dovesse essere raggiunto il quorum del 50% più uno dei voti degli aventi diritto di voto – le attuali norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte sarebbero modificate in modo da avere una equa valutazione dei magistrati. Avvocati e professori universitari di materie giuridiche dunque non avrebbero più il ruolo di “spettatori” attuali ma otterrebbero il diritto di voto nel giudizio di professionalità dei magistrati.