REFERENDUM GIUSTIZIA, QUESITO N. 1: ABOLIZIONE DECRETO SEVERINO

Il 12 giugno 2022, in occasione dell’Election Day, si vota anche per i cinque Referendum sulla Giustizia: il Quesito n.1, con scheda rossa, è quello che riguarda l’abolizione del Decreto Severino, ovvero di quella legge che esclude i politici condannati in via definitiva da un Tribunale dalla candidabilità per ruoli istituzionali nazionali (parlamentari e rappresentanti di Governo) e di enti territoriali (sindaci, consiglieri comunali e consiglieri regionali).



Affinché sussista la validità della consultazione referendaria popolare abrogativa è necessario che si rechino alle urne metà degli aventi diritto al voto più uno. Il quorum infatti è fissato al 50% + 1. Cosa accade nel caso in cui ciò non avvenga? La situazione rimarrebbe invariata, ovvero con il Decreto Severino che permarrebbe. Non ci sarebbero per cui cambiamenti nell’automatismo fissato fino ad oggi dall’ordinamento. Nel caso in cui il numero minimo di voti necessario venisse raggiunto, invece, a decidere per il “sì” o per il “no” sarebbero proprio gli elettori tramite l’espressione delle proprie preferenze alle urne.



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REFERENDUM GIUSTIZIA, QUESITO N. 1: SÌ O NO, COSA SUCCEDE

Nel caso in cui al Quesito n.1 del Referendum sulla Giustizia vincesse il “” verrebbe abrogato dunque il Decreto Severino. Non sarebbe più in vigore dunque l’automatismo attualmente fissato dall’ordinamento secondo cui i politici condannati sono direttamente esclusi dalla candidabilità a qualsiasi tipologia di elezione. Si restituisce per cui ai giudici la facoltà di decidere caso per caso, se, dopo una eventuale condanna, applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici.



Nel caso in cui al Quesito n.1 del Referendum sulla Giustizia vincesse il “no” invece il Decreto Severino rimarrebbe in vigore. I politici condannati in via definitiva da un Tribunale continuerebbero dunque ad essere automaticamente esclusi dalla candidabilità per ruoli istituzionali nazionali (parlamentari e rappresentanti di Governo) e di enti territoriali (sindaci, consiglieri comunali e consiglieri regionali).