REFERENDUM GIUSTIZIA, QUESITO N. 3: SEPARAZIONE FUNZIONI MAGISTRATI

Il 12 giugno 2022, in occasione dell’Election Day, si vota anche per i cinque Referendum sulla Giustizia: il Quesito n.3, con scheda gialla, è quello che riguarda la separazione delle funzioni dei magistrati. Gli elettori, nel dettaglio, si esprimeranno sull’abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati.



Affinché sussista la validità della consultazione referendaria popolare abrogativa è necessario che si rechino alle urne metà degli aventi diritto al voto più uno. Il quorum infatti è fissato al 50% + 1. Cosa accade nel caso in cui ciò non avvenga? La situazione rimarrebbe invariata, per cui continuerebbe a valere la cosiddetta legge Mastella del 2007. Il concorso per accedere alla professione sarebbe ancora uguale per tutti e soltanto successivamente i magistrati sarebbero chiamati a scegliere che funzione svolgere tra giudice penale, giudice civile e pubblico ministero. Nel corso della loro carriera, inoltre, potrebbero cambiare funzione fino a quattro volte.



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REFERENDUM GIUSTIZIA, QUESITO N. 3: SÌ O NO, COSA SUCCEDE

Nel caso in cui al Quesito n.3 del Referendum sulla Giustizia vincesse il “” verrebbe abrogata la legge Mastella del 2007 nelle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati. Ciò significa che verrebbe eliminata la possibilità di passare da una funzione all’altra nel corso della carriera. La separazione delle funzioni tra pubblici ministeri e giudici avverrebbe dunque ad uno stadio iniziale della carriera e sarebbe definitiva.



Nel caso in cui al Quesito n.3 del Referendum sulla Giustizia vincesse il “no” invece rimarrebbe in vigore la legge Mastella del 2007 nelle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati. I magistrati potrebbero dunque continuare a cambiare funzione per un massimo di quattro volte nella loro carriera. 

LA LEGGE CARTABIA

In merito alla separazione delle funzioni, tuttavia, è da considerare che c’è ancora in ballo il futuro della legge Cartabia, che include al suo interno questo tema. Il testo, che è stato approvato in Parlamento e arriverà al Senato tra qualche settimana, se dovesse ricevere il “via libera” così com’è, al di là dell’esito del quesito n.3 del Referendum sulla Giustizia, farebbe sì che i passaggi di funzione consentiti ai magistrati nel settore penale, entro i primi dieci anni di carriera, si riducano rispetto alla legge attualmente in vigore da quattro a uno solo.