REFERENDUM GIUSTIZIA, QUESITO N. 4: EQUA VALUTAZIONE DEI MAGISTRATI

Il 12 giugno 2022, in occasione dell’Election Day, si vota anche per i cinque Referendum sulla Giustizia: il Quesito n.4, con scheda grigia, è quello che riguarda l’equa valutazione dei magistrati. Gli elettori, in particolare, si esprimeranno sulla partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e voteranno per l’abrogazione delle norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte. Esse sono contenute in una legge del 2006.



Affinché sussista la validità della consultazione referendaria popolare abrogativa è necessario che si rechino alle urne metà degli aventi diritto al voto più uno. Il quorum infatti è fissato al 50% + 1. Cosa accade nel caso in cui ciò non avvenga? La situazione rimarrebbe invariata. Ciò, in pratica, significa che la valutazione dei magistrati rimarrà strettamente di competenza dei componenti dei Consigli giudiziari appartenenti alla magistratura, mentre quelli laici continuerebbero ad essere semplici “spettatori”.



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REFERENDUM GIUSTIZIA, QUESITO N. 4: SÌ O NO, COSA SUCCEDE

Nel caso in cui al Quesito n.4 del Referendum sulla Giustizia vincesse il “” verrebbero abrogate le norme appartenenti alla legge del 2006 che impediscono ai membri laici dei consigli giudiziari, ovvero degli organi “ausiliari” del Consiglio superiore della magistratura, di prendere parte alle valutazioni. Avvocati e professori universitari di materie giuridiche, che rappresentano 1/3 dei membri, otterrebbero dunque il diritto di esprimere le proprie valutazioni di professionalità su giudici e pm al pari degli altri.



Nel caso in cui al Quesito n.4 del Referendum sulla Giustizia vincesse il “no” invece la situazione rimarrebbe invariata. La valutazione di professionalità dei giudici e dei pm, come previsto dalle norme incluse nella legge del 2006 attualmente in vigore, rimarrebbe una prerogativa dei componenti dei Consigli giudiziari appartenenti alla magistratura e non da quelli laici, che continuerebbero ad avere l’attuale ruolo di “spettatori”. Ad essere ancora esclusi dalle valutazioni sarebbero dunque avvocati e professori universitari di materie giuridiche.