Nel giorno in cui Luigi Di Maio sul Corriere della Sera ribadisce l’invito del Segretario Pd di votare parte della nuova legge elettorale prima de voto di settembre per il referendum sul taglio dei parlamentari, un possibile scenario si alza fosco per i giallorossi: il taglio di deputati e senatori, se dovesse vincere il Sì (come del resto pare da tutti i sondaggi e previsioni sul voto 20-21 settembre) potrebbe consentire al Centrodestra di controllare il Parlamento ed eleggere così anche il prossimo Capo dello Stato. Nel retroscena svelato su “Italia Oggi” da Marco Antonellis la possibilità che il combinato tra sondaggi attuali, parlamento ridisegnato e referendum approvato con larga maggioranza del Sì (ricordiamo che non v’è quorum nel voto sulla legge proposta dal M5s) porti effettivamente un importante vantaggio per Lega, FdI e Forza Italia. Il motivo è presto che spiegato e riguarda il controllo della maggior parte dei rappresentanti regionali.
COSA SUCCEDE SE VINCE IL SÌ AL REFERENDUM
«Con il parlamento ‘ridotto’ e il maggioritario attuale il centrodestra potrebbe eleggersi da solo anche i giudici della corte costituzionale e i vertici di tutte le autorithy», spiega il fondo di Italia Oggi. La partita è dunque doppia: da un lato Pd e M5s lavorano per provare a stringere i tempi sulla nuova legge elettorale, dall’altro il Centrodestra non contrasterebbe più di tanto una legge che non piace quasi a nessuno (specie a Forza Italia e al lato moderato della Lega) per poter però prendere possesso di Camera e Senato andando a elezioni anticipate o comunque sperando nel mancato accordo tra Pd, LeU, Italia Viva e M5s – come del resto sta avvenendo già da diversi mesi sul testo proporzionale del Germanicum. Salvini, Berlusconi e Meloni secondo itlaia Oggi non stanno puntando a salvare i posti dei parlamentari, bensì a prendersi il Paese subito dopo il referendum. Di Maio e Zingaretti questo lo capiscono e così il secondo ieri e il primo oggi ribadiscono la necessità di arrivare al più presto alla nuova riforma elettorale: «sulla legge elettorale noi siamo d’accordo, il governo l’ho formato io insieme a Zingaretti e c’era un patto, far viaggiare le due cose parallelamente», spiega il Ministro degli Esteri al CorSera, «Siamo pronti a votare una nuova legge elettorale già prima della fine dell’estate. Questa è la nostra posizione, limpida, cristallina».