Un referendum per abolire il Green Pass è stato promosso da un comitato composto dall’avvocato Olga Milanese, il cui studio ha sede a Salerno; da Luca Marini, docente di diritto internazionale all’Università La Sapienza di Roma nonché vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica; e da Francesco Benozzo, docente di filologia romanza all’Università di Bologna nonché responsabile scientifico di centri di ricerca internazionali di antropologia, linguistica e consapevolezza civica. Tra i promotori, inoltre, ci sono il giornalista Carlo Freccero, il giurista Ugo Mattei e il presidente emerito della Cassazione, Paolo Sceusa.
La richiesta per procedere alla raccolta firma per il referendum abrogativo è stata presentata in Cassazione giovedì 16 settembre, ma il sito www.referendumnogreenpass.it è già online. L’iniziativa, come ha sottolineato il professore Luca Marini su pressenza.com, ha l’obiettivo di “dare voce ai milioni di italiani che, da quasi due anni, sollevano dubbi e interrogativi sulla gestione dell’emergenza sanitaria e che ormai assistono quotidianamente alla crescita di un clima di odio e di violenza alimentato anche dalle Istituzioni”.
Referendum per abolire Green Pass: come votare
“Le votazioni del referendum per abolire il Green Pass avverranno con tre modalità: online, tramite sottoscrizione dei quesiti con firma digitale o SPID (sul sito referendumgreenpass.it)” e “tramite raccolta fisica delle firme”. Lo ha spiegato l’avvocato Olga Milanese. L’obiettivo dei promotori è quello di ottenere 500 mila firme entro il 30 settembre 2021, ovvero in base a quanto stabilito dalla legge.
Sul sito sono disponibili i quattro quesiti referendari che puntano ad abrogare il certificato verde nonché la spiegazione del perché ciò dovrebbe avvenire. Il Green Pass, si legge, “esclude dalla vita economica e sociale della nazione quei cittadini che sostengono convinzioni ed evidenze diverse da quelle imposte dal Governo e, per questo motivo, si pone in netto contrasto con l’art. 3 della Costituzione”. Inoltre, “spingendo surrettiziamente i cittadini alla vaccinazione, aggira il divieto sancito dall’art. 32 della Costituzione”. Infine, sul piano internazionale, “si pone in contrasto con alcune dichiarazioni di principio sancite da strumenti giuridici di natura programmatica, quali la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948”.