VITTORIA “BULGARA” DEL SÌ AL REFERENDUM SUGLI ORSI PERICOLOSI IN TRENTINO
Non una vittoria schiacciante ma addirittura una percentuale bulgara per il Referendum in Trentino contro gli orsi e i lupi considerati «grave pericolo per la sicurezza pubblica», oltre che danno per l’economia e la salvaguardia di tradizioni, costumi e usi locali. Ha stravinto il Sì con il 98,58% dei votanti nella Val di Sole, vale Peio e Rabbi: in sostanza, quasi tutti i 7842 votanti ieri al referendum ritengono molto pericolosa la presenza di orsi e lupi in quella zona di Trentino che portò tragicamente alla morte del 26enne Andrea Papi (ucciso dalla orsa Jj4 in Val di Sole nel 2023).
I risultati comunicati da Regione Trentino, va ricordato, non avranno conseguenze dirette in quanto il Referendum era puramente consultivo con le regole sugli animai e le specie protette che restano in mano a Italia, Unione Europea e provincia autonomia di Trento. Resta però un’indicazione piuttosto netta quella degli elettori che al 63% di affluenza si sono presentati ieri alle urne in Val di Sole. «È un segnale politico», ha detto il presidente della Comunità di Valle Lorenzo Cicolini, ben conscio però che orsi e lupi erano e restano specie protette anche dopo il Referendum.
AFFLUENZA RECORD PER IL REFERENDUM IN TRENTINO SUGLI ORSI PERICOLOSI
Si è tenuto nella giornata di oggi, domenica 27 ottobre 2024, il referendum sugli orsi in Val del Sole – in Trentino – con il quale diverse associazioni contrarie alla convivenza con gli animali spesso al centro delle pagine di cronaca sperano di riuscire ad interrompere il programma Life Ursus voluto dall’Unione Europea: i seggi sono rimasti aperti dalle 8 alle 20 ed è interessante notare che si è registrata un’affluenza record che ha portato circa il 50% degli aventi diritto alle urne già alle ore 17; mentre resta critica la posizione degli ambientalisti che ritengono il referendum sugli orsi una vera e propria farsa fine a se stessa.
Partendo dal principio, quanto accaduto oggi in Val del Sole – che si ripeterà anche in tutti i comuni e le valli trentine nel corso delle prossime settimane – non è propriamente un referendum, quanto piuttosto una (cosiddetta) consultazione popolare che non porterà all’abrogazione di nessuna legge: le urne erano aperte a tutti gli elettori, ma per esprimere una preferenza non era necessario presentare la scheda elettorale; e sulla scheda era riportato il solo quesito: “Ritieni che la presenza di orsi e lupi in zone densamente popolate (..) sia un grave pericolo per la sicurezza, un danno per l’economia e per la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni” con le – classiche – risposte “si” o “no”.
REFERENDUM SUGLI ORSI IN TRENINO: COSA CAMBIA A FRONTE DELLA VITTORIA DEL SÌ
Insomma, nelle prossime ore (circa a partire dalle 22) potremo conoscere l’esito del referendum sugli orsi in Trentino al quale seguirà – a fronte di una maggioranza di “si” – un’interlocuzione diretta con Roma e Bruxelles; ma prima di arrivarci è interessante notare che dal conto loro le associazioni animaliste da tempo si erano opposte a queste iniziative, con – in particolare – Legambiente che ha ricordato che “la convivenza” con gli orsi “non si pratica a colpi di quesiti referendari” ma con “un approccio basato sulla conoscenza, il monitoraggio delle attività e l’intervento integrato”.
Di fatto, se vincesse il si al referendum sugli orsi la provincia trentina chiederà all’UE – che potrà altresì ignorare la questione – di rivedere il progetto Life Ursus non solo nella Val di Sole (prima al voto) ma anche in Val di Non, Val Rendena, Valle dei Laghi e nel vicino altopiano Paganella, decidendo anche cosa ne sarà della folta popolazione di orsi (e soprattutto orse) che risiedono in tutto il Trentino.