Dura presa di posizione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, riguardo il caso Regeni: il premier ha infatti escluso la possibilità di future visite ufficiali in Egitto se dal Cairo non arriveranno segnali tangibili e non solo promesse senza fondamento riguardo la voglia di arrivare alla verità sulla dolorosa storia della morte del ricercatore italiano. “Ho detto che non sarà mai possibile una visita di stato, con tutti gli onori, in Egitto, fino a quando non riusciremo a compiere significativi passi avanti in questa direzione. Mi è stata prospettata l’inaugurazione dell’università del Cairo. Ho sempre prospettato remore dicendo che fino a quando non ci sarà accertamento della verità non potremo permettere questo aspetto” ha evidenziato il premier alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. (agg. di Fabio Belli)
LE SARDINE: “SERVE SFORZO MAGGIORE”
In attesa dell’intervento in commissione Regeni del Premier Conte, e dopo la lettera inviata dal Ministro Di Maio al suo omologo egiziano per far luce sul processo per la morte del giovane ricercatore al Cairo, sono le Sardine di Mattia Santori ad intervenire pubblicamente chiedendo uno sforzo ben maggiore per raggiungere la verità dei quella intricata vicenda. «Che questa lettera non sia l’ennesimo tentativo fallimentare di una intermediazione diplomatica che, fino ad ora, non ha prodotto i risultati attesi», scrive il gruppo FB ufficiale “6000 Sardine”.
Dopo aver fatto già diversi flash mob in difesa di Giulio Regeni, le Sardine ribadiscono come «Abbiamo sentito dire per mesi che la persona, la salute dell’essere umano viene prima di tutto. Abbiamo sentito ripetere la parola ‘responsabilità’ ed è la stessa parola che vogliamo ripetere al ministro Di Maio. Ora è bene anche mettere in pratica queste parole, perchè il tempo sta giungendo al termine. Oltre alle “lettere”, servono i fatti». Non è atteso un intervento stampa del Premier Conte dopo l’audizione, con ogni probabilità uscirà nella giornata di domani un comunicato della stesa commissione d’inchiesta con i passaggi principali della discussione in atto dalle 22 in poi di quest’oggi.
LA LINEA DEL PREMIER CONTE
Al netto delle “trame” politiche vedono Pd e Movimento 5 Stelle su barricate diverse anche sul caso di Giulio Regeni, oggi è il giorno dell’interrogazione presso la commissione del Premier Conte: su La Stampa Ilario Lombardo prova a delineare la possibile “posizione” che il Presidente del Consiglio rilascerà questa notte nell’audizione d’urgenza dopo la trattativa per le navi italiane in Egitto. «Il business militare va considerato su un piano diverso rispetto a quello dell’inchiesta che “deve andare e “andrà avanti”», riporta l’inviato de La Stampa raccogliendo da fonti vicine a Conte la linea che verrà presentata alla commissione d’inchiesta parlamentare. La possibilità di mantenere un legame d’affari e geopolitico, vista la difficile e perdurante situazione in Libia «mette l’Italia nella condizione di avere più chance di scoprire la verità», dirà Conte che non va dimenticato ha sempre la delega sui Servizi Segreti.
Tradotto, portare avanti la trattativa per le armi ma anche richiedere con forza all’Egitto un processo in breve sulla verità per Giulio Regeni: dal 1 luglio gli investigatori italiani si aspettano dai colleghi egiziani nel meeting in videoconferenza l’indirizzo dei cinque membri dei servizi segreti indagati dai pm italiani i veri responsabili dell’omicidio di Regeni. «Ottenere il domicilio legale per notificare l’atto di indagine è la condizione per avviare il processo», conclude Lombardo sulla “linea Conte”.
LA LEGA DISERTA LA COMMISSIONE REGENI
La Lega non sarà presente con i suoi rappresentanti stasera nell’audizione notturna sul caso Regeni con il Premier Giuseppe Conte: il Carroccio ha fatto sapere ieri in una nota che «Il dramma di Giulio Regeni merita una discussione alla luce del sole, invece la maggioranza accetta di audire il premier col favore delle tenebre – dicono dal partito di Salvini -. Una mancanza di rispetto per la famiglia Regeni, per il Parlamento e per l’opinione pubblica». Mentre il Presidente del Consiglio, per correttezza, non ha anticipato i temi al centro dell’interrogazione con la commissione d’inchiesta è il Ministro Di Maio a tornare sul caso Regeni oggi in una lettera al suo omologo degli Esteri in Egitto: come riporta La Stampa l’ex leader M5s scrive «Roma si aspetta un segnale forte […] sono convinto che l’incontro del primo luglio tra la Procura italiana e quella egiziana possa aprire uno spazio importante per una iniziativa politica del governo che sia forte e autorevole».
CONTE INTERROGATO SUL CASO REGENI
Questa sera alle ore 22 la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni sentirà in audizione il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo aver fatta esplicita richiesta negli scorsi giorni in merito alla trattativa sulla vendita di armi italiane all’Egitto. L’appuntamento “in favore di tenebre”, come commentato sibillinamente dalle opposizioni, avverrà a Palazzo San Macuto per decisione del presidente della Commissione Erasmo Palazzotto (LeU): «Ringrazio il Presidente del consiglio per la risposta immediata in un momento cosi delicato», ha spiegato ieri il parlamentare confermando l’interrogazione per il Capo del Governo.
Dopo l’accordo commerciale per la vendita di due navi fregate della Marina Italiana, la Commissione che indaga sulla verità per la morte del giovane ricercatore italiano – torturato e trucidato al Cairo tra gennaio e febbraio 2016 – fu proprio Palazzotto a sollevare la problematica nel Governo: «Alla luce degli ultimi rilevanti sviluppi in ordine alle relazioni bilaterali italo-egiziane, l’Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla morte di Giulio Regeni ha deliberato all’unanimità di procedere ad audire urgentemente il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte anche in relazione alla sua recente interlocuzione diretta con il presidente della Repubblica Araba d’Egitto Abdel Fattah Al-Sisi». I genitori di Giulio confidandosi con i media nei giorni scorsi avevano attaccato la scelta del Governo «ci sentiamo traditi. Ma anche offesi e indigenti dall’uso che si fa di Giulio».
PERCHÈ LA COMMISSIONE REGENI CHIAMA CONTE A DEPORRE
Lo scontro tra Pd e Movimento 5Stelle è giunto fino all’aula del Parlamento e in Cdm dove però – a quanto riportato dall’Ansa – i ministri auditi sarebbero stati tutti concordi sulla vendita delle due navi Fremm al Cairo di Al Sisi, contrario solo il Ministro Speranza (anch’egli di LeU). La convocazione del Premier Conte arriva in realtà per il fatto specifico che lo sblocco sulla trattativa – dopo le resistenze del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio – è giunto dopo un accordo telefonico tra Al Sisi e proprio il Presidente del Consiglio. La commissione ha considerato l’audizione di oggi del Premer come preliminare ad ogni altra attività di indagine: «Lo scenario è cambiato, vogliamo ascoltare il presidente del consiglio per capire lo stato dei rapporti commerciali con l’Egitto e quindi trarre le nostre conclusioni», rilanciava il 10 giugno ancora Palazzotto.
Mentre il 1 luglio si terrà un incontro in video conferenza tra i magistrati della Procura di Roma e i colleghi della Procura generale del Cairo per far luce sulla morte di Giulio Regeni, ieri una lettera aperta del Segretario Pd Nicola Zingaretti a Repubblica rilanciava la necessità di massima chiarezza sulla vicenda Egitto-Regeni con il Premier Conte: «non abbiamo mai legato la vicenda delle fregate italiane alla Marina egiziana all’idea di un possibile osceno scambio tra vendita di armi e diritti umani, e bene ha fatto il presidente Conte a dare immediata disponibilità a riferire alla Commissione parlamentare d’inchiesta».
L’esponente dem Piero Fassino ha poi ribadito «Chiedo al presidente Conte e al ministro Di Maio di mettere in campo in queste ore tutte le iniziative necessarie per produrre passi significativi in avanti nell’accertamento della verità, nel dire che noi siamo pronti a onorare gli accordi commerciali negoziati con l’Egitto ma ci attendiamo la stessa disponibilità e chiediamo che questa determinazione si traduca nell’accertamento della verità sul caso Regeni». Ieri sera in conferenza stampa agli Stati generali sull’economia, a domanda specifica sulla convocazione della Commissione d’inchiesta Conte ha spiegato «Pd chiede garanzie chiare? Lo faccio in favore delle tenebre l’audizione perché l’agenda era pienissima: giusto che si lavorino anche a tarda notte per portarsi sul lavoro. Non posso anticipare nulla, non mi mettete in imbarazzo: giusto che le commissioni indaghino».