Importanti aggiornamenti dall’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. Il Gup di Roma ha rinviato a giudizio i quattro 007 egiziani accusati del sequestro e dell’omicidio del ricercatore friulano. Secondo quanto confermato, il giudice Roberto Ranazzi ha fissato il processo al prossimo 20 febbraio di fronte alla Corte d’Assise capitolina. I quattro imputati devono rispondere delle accuse di concorso in lesioni personali aggravate, omicidio aggravato e sequestro di persona aggravato.



“Oggi è una bella giornata” ha detto la madre di Regeni ai giornalisti fuori dal Tribunale. L”avvocato Alessandra Ballerini, difensore della famiglia, ha aggiunto: “Le notizie di oggi sono la conferma della costituzione di parte civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la presa d’atto del giudice delle motivazioni della Consulta e l’ulteriore notorietà anche in Egitto del procedimento a carico dei 4 imputati per il sequestro, le torture e l’omicidio di Giulio Regeni. Il giudice ha rigettato tutte le eccezioni, compresa quella sulla giurisdizione perché non si può dubitare, come hanno fatto le difese degli imputati, che anche i ‘merì sequestratori di Giulio gli hanno cagionato, catturandolo e tendendolo sequestrato per 9 giorni, sofferenze fisiche e psicologiche”.



Regeni, quattro 007 egiziani rinviati a giudizio

Ricostruire nel corso di un processo penale i fatti storici e le singole responsabilità “corrisponde a un obbligo costituzionale e sovranazionale. Un obbligo che la Procura di Roma con orgoglio ha sin dall’inizio delle indagini cercato di adempiere con piena convinzione”, le parole del procuratore aggiunto di Roma Sergio Colaiocco nel corso della requisitoria davanti al gup. Colaiocco ha poi tenuto a precisare che l’assenza dei quattro imputati non ridurrà il processo “a un simulacro”. Come anticipato, la Presidenza del Consiglio dei Ministri si è costituita parte civile: “L’orrendo crimine” dell’omicidio di Giulio Regeni “ha colpito profondamente la comunità nazionale, per le incomprensibili motivazioni e per le crudeli modalità di esecuzione”, il commento dell’Avvocatura generale dello Stato: “Gli Stati e i rispettivi Governi sono titolari del diritto-dovere di tutela della vita, dell’integrità psico-fisica, della libertà dei propri cittadini, e conseguentemente, ogni Stato e ogni Governo rappresenta a tal fine l’interesse a tutelare la propria collettività”.

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