L’arresto del consigliere comunale Antonino Castorina (Pd) e del presidente di seggio Carmelo Giustra è stato solo il primo passo dell’inchiesta sui brogli elettorali alle elezioni amministrative 2020. Ci sono stati, infatti, altri cinque arresti domiciliari e un’interdizione. La Digos della questura di Reggio Calabria ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico dei sei soggetti che sono indagati a vario titolo per ipotesi di alterazione del voto, falsità ideologica in atto pubblico e abuso d’ufficio. Tra gli arrestati c’è di nuovo il consigliere comunale Nino Castorina, ex membro del direttivo nazionale del Partito democratico. Gli altri indagati fanno parte del suo entourage e c’è anche un funzionario amministrativo.



Questi soggetti, secondo quanto emerso dall’inchiesta della procura, l’hanno aiutato nel reperire le copie delle tessere elettorali usate poi per far emergere il voto di anziani che però non si erano mai recati al seggio. L’impianto accusatorio, secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, dovrebbe basarsi sui riscontri eseguiti dalla Digos alle dichiarazioni rese dal presidente di seggio Carmelo Giustra, arrestato a dicembre.



ELEZIONI REGGIO CALABRIA 2020, USATI FALSI VOTI ANZIANI

Carmelo Giustra ai pm ha ammesso che c’era un accordo con Nino Castorina e che quest’ultimo, oltre a fargli la nomina a presidente di seggio nella sua segreteria, aveva piazzato un suo parente dentro il seggio elettorale e un altro che gli aveva portato l’elenco dei nominativi di anziani e dei numeri di tessera elettorale da inserire per i voti. La preferenza ovviamente andava sempre a Castorina, che poi alle elezioni amministrative 2020 era risultato il primo degli eletti del centrosinistra. «Tutte io le ho fatte. Non ho messo sempre solo Castorina. Alcune volte ho fatto Castorina e il sindaco Falcomatà, altre volte ho scritto Castorina a stampatello, altre volte Castorina per esteso, corsivo. Sempre Castorina», ha dichiarato Giustra. Ma ha scritto anche altri nominativi, sempre del partito Pd. «Tanto per non fare vedere che era solo Castorina, li ho buttati lì. Non mi ricordo chi… ho preso dei nominativi, che c’erano due donne che si portavano nella lista di Castorina per fare in modo che fossero tutti diversi», la sua spiegazione.

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