Il Mail, celebre quotidiano britannico con un occhio sempre puntato sulle dinamiche della famiglia Reale e, soprattutto, sugli ‘scandali’, ha recente pubblicato una memoria sugli ultimi giorni della (fu) Regina Elisabetta. Il racconto, tratto dal libro recentemente pubblicato e non ancora tradotto ‘Charles III: New King. New Court. The Inside Story‘, nel quale Robert Hardman ha raccolto alcune testimonianze uniche su quegli ultimi giorni a Blamoral.



La Regina Elisabetta, rivela Hardman, da tempo sapeva di essere prossima alla morte e in quegli ultimi mesi più volte ne aveva parlato con i famigliari, cercando di causare i minori disagi possibili. “Si era resa conto che la prognosi medica significava che non avrebbe emulato la madre e non avrebbe raggiunto i 100 anni”, ha raccontato un’amica di famiglia, al quale fa eco un altro conoscente che rivela come l’effettiva causa di morte della Regina Elisabetta non verrà mai resa scoperta perché “soffriva di molteplici patologie durante il suo ultimo anno”. Nell’ultimo periodo, racconta ancora l’amica, fece di tutto per trascorrere più tempo possibile con la sua famiglia, specialmente con i più piccoli perché “avessero sempre un ricordo felice di lei“.

Hardman: “La Regina Elisabetta discusse l’ipotesi di una reggenza”

Le preoccupazioni per la morte della Regina Elisabetta, spiega ancora Hardman, iniziarono molti anni prima dell’effettivo decesso, seppur fosse un argomento poco discusso a corte per non creare inutili malumori. Nel 2015, comunque, si iniziò a progettare e preparativi preliminari per l’ascesa al trono e l’incoronazione del monarca successore, aprendo anche all’ipotesi che per il regno inglese si sarebbe potuto aprire un periodo più o meno lungo di reggenza.

Quest’ultima ipotesi sembra che non stesse cara ne alla Regina Elisabetta, né al figlio ed attuale Re Carlo, il quale si era sempre dimostrato molto restio a parlarne o a discutere del tema. Il timore principale, per i funzionari reali, era che la Regina si sarebbe sentita improvvisamente male, malauguratamente durante un’apparizione pubblica e, pertanto, si decise di limitare le sue comparaste a pochi minuti in precise e definite occasioni. Carlo, dal conto suo, si è sempre dimostrato restio a parlare della successione della Regina Elisabetta per evitare di fallire a quello che a corte, riferisce Hardman, viene chiamato ‘test di Enrico V’, in memoria del principe Hal che cercò di spodestare dal trono suo padre, Enrico IV.