IL DIKTAT DI CONTE SULLE REGIONALI: “INSIEME AL PD? SOLO CON NOSTRE CONDIZIONI”

Attacca duramente il Governo su tutti i fronti, lancia i suoi diktat sulle Elezioni Regionali e si “attira” le ire di Pd e Sinistra: è un Giuseppe Conte “show” quello andato in scena nella conferenza stampa dell’8 novembre pomeriggio, dove il leader del Movimento 5Stelle ha tracciato una linea di “condizioni” a cui gli altri partiti devono sottostare qualora siano intenzionati a lanciare alleanze per le prossime Regionali di Lazio e Lombardia. «Il Movimento lancia la sua proposta – ha detto in conferenza stampa l’ex Premier – e si appella a tutte le forze non solo politiche ma anche civiche della società civile affinché ci sia la possibilità di costruire insieme un progetto autenticamente progressista con una linea di azione molto forte». Il progetto lanciato dal M5s per il voto del Lazio della prossima primavera, chiarisce subito, «non potrà basarsi sulla costruzione di nuovi inceneritori così come è stato per la Capitale. Non abbiamo cambiato idea rispetto a quello che abbiamo sempre detto. Chi lavorerà con noi al piano regionale dovrà farlo per un’opera di riconversione della centrale di Civitavecchia, bisogna farlo in fretta perché ci sono mille posti di lavoro da salvaguardare».



Altri punti all’ordine del giorno di Conte riguardano assistenza domiciliare e potenziamento delle strutture territoriali: inoltre, «Abbiamo bisogno di persone qualificate e competenti che non rispondono a logiche di partito o peggio ancora, purtroppo, a logiche legate alle correnti di partito». Sul fronte importante della mobilità nella Regione di Roma Capitale, il leader 5Stelle spiega «Cestineremo il progetto ormai vecchio di un’autostrada a pedaggio Roma Latina, potenziamo l’infrastruttura della Pontina e lavoriamo per una metropolitana leggera per i pendolari». Dal programma al candidato, il diktat di Conte non si ferma: «siamo disponibili a individuare una figura che possa essere degno interprete di questo programma e che possa offrirci le massime garanzie di realizzarlo con coraggio», anche se subito dopo ammette «Con questi vertici del Pd abbiamo difficoltà a sederci allo stesso tavolo, sono andati avanti sul termovalorizzatore anche a rischio di spaccare la maggioranza». Dopo aver attaccato indirettamente il sindaco Gualtieri (suo ex Ministro dell’Economia, ndr) sull’inceneritore, Conte si lancia anche contro Draghi e Letta: «Hanno puntato il dito contro di noi. […] Il Pd si sta sbracciando chiedendoci generosità. Non esiste se significa annacquare un progetto politico serio per il Lazio».



IRA PD, SPERANZA E GUALTIERI SULLE PAROLE DEL LEADER M5S: “CONTE SI ASSUME GRAVE RESPONSABILITÀ”

Durissime le dichiarazioni di Giuseppe Conte, ma altrettanto le repliche giunte questo pomeriggio nel vasto campo del Centrosinistra, sempre più frastagliato al suo interno e non solo come si è visto plasticamente nelle diverse manifestazioni per la pace in Ucraina avvenute lo scorso weekend: «Conte ribadisce il No al termovalorizzatore a Roma che è il punto qualificante del programma di Gualtieri. Possiamo desumere che continuare a perdere tempo con il M5S è inutile almeno nel Lazio? Visto che c’è una persona del Pd di valore già in campo, possiamo chiudere?», spiega Carlo Calenda riferendosi al candidato potenziale alle Elezioni nel Lazio, l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. Il Pd ha già fatto sapere al Terzo Polo, così come per le Regionali in Lombardia con Letizia Moratti, di voler definire i propri candidati senza farseli imporre esternamente. Di contro però, queste ultime dichiarazioni-fiume di Giuseppe Conte lasciano diversi cocci difficilmente ricomponibili: «Roma ha bisogno di impianti e del termovalorizzatore perché dalla chiusura di Malagrotta inquina l’ambiente mandando i suoi rifiuti in giro per l’Italia. Vogliamo una città più pulita per questo dobbiamo realizzare impianti più moderni», sottolinea il sindaco Dem di Roma Capitale, Roberto Gualtieri.



A fargli eco, lanciando giudizi molto negativi sul leader M5s, è il segretario del Pd nel Lazio, Bruno Astorre: «L’inceneritore non è nel programma di Zingaretti ma se Conte vuole invadere altri campi, come quello del Campidoglio, è come usare armi improprie: con i diktat non si va avanti. Il presidente del Movimenti 5 Stelle vuole far cadere il campo largo, mettere fine a una ottima esperienza di governo, su un tema che non riguarda la Regione Lazio, ovvero il termovalorizzatore di Roma. La legge ha dato poteri al sindaco di Roma per quello, non è competenza della Regione Lazio». La bocciatura sonora del suo ex Premier arriva anche dal leader di Articolo1, l’ex Ministro Roberto Speranza: «Le parole di Conte sul Pd e le regionali nel Lazio? Si assume una grave responsabilità. Chi rompe il campo largo consegna la vittoria alla destra». Chiosa finale e potenziale “de profundis” sulle possibili di alleanze alle Regionali tra Pd e M5s arrivano dalla nota del Nazareno sulle dichiarazioni di Conte: «Conte ha ormai una ossessione per il Pd. Sembra proprio che non riesca a realizzare che l’avversario è la destra. La destra che governa il Paese e che rischia, a causa delle sue scelte, di governare anche il Lazio. Oggi da lui sono arrivati toni e argomenti intrisi di durezza e carichi di rancore e astio. L’impressione è che semplicemente non voglia cercare convergenze e si appresti a una corsa solitaria. E dunque che preferisca che termini l’esperienza lunga e positiva di governo progressista del Lazio e vinca la destra. Ne prendiamo atto anche se pensiamo che sia un errore e crediamo che questo esito – concludono da Largo del Nazareno – vada evitato e che si possa ancora evitare».