DOPO LA SARDEGNA ANCHE LA CAMPANIA DI DE LUCA FA RICORSO CONTRO L’AUTONOMIA

Vincenzo De Luca segue a “ruota” la grillina Alessandra Todde nel muovere guerra politica contro la legge sull’Autonomia differenziata licenziata dal Governo Meloni lo scorso giugno in Parlamento: anche la Regione Campania, dopo la Sardegna, ha deciso di presentare ricorso formale presso la Corte Costituzionale contro il ddl Calderoli ritenendolo un «pericolo per l’unità del Paese», oltre che «illegittimo e incostituzionale». Sebbene annunciato da tempo (assieme alle altre Regioni governate dal Centrosinistra attualmente), la Campania solo oggi pomeriggio ha notificato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di aver presentato ricorso formale davanti alla Consulta contro l’Autonomia differenziata.



Un ricorso lungo 90 pagine, con 15 motivazioni specifiche e 5 “generali” per mostrare davanti alla Corte Costituzionale come il dispositivo dell’Autonomia è da ritenersi del tutto illegittimo: mentre il “campo largo” attende il raggiungimento delle firme atte a richiedere in Consulta un referendum abrogativo anti-legge Calderoli, le Regioni (per ora Sardegna e Campania) si muovono per contestare direttamente davanti al medesimo organo la contrarietà alla riforma messa in campo dal Governo Meloni. Il ricorso presentato questo pomeriggio punta a definire illegittimi ed erronei praticamente tutti i punti chiave della riforma inserita nel programma di Governo e approvata dopo le Elezioni Europee 2024: dalle intese con le Regioni fino ai LEP, passando per la possibilità di ottenere autonomie più “ampie” (elemento però sempre subordinato, ha chiarito lo stesso Ministro Calderoli, all’accordo tra Stato e Regione richiedente con il via libera della commissione predisposta dal Ministero).



CAMPANIA VS LEGGE AUTONOMIA DIFFERENZIATA: COSA SUCCEDE ORA (IN ATTESA DELLA VERIFICA SUL REFERENDUM)

Parlamento “svilito”, unità nazionale “a rischio” e contrasto pieno con le «le norme costituzionali, che espressamente subordinano l’autonomia differenziata all’attuazione delle misure perequative previste per il superamento dei divari territoriali»: in poche parole, secondo la Regione Campania la legge sull’Autonomia non è solo criticabile ma profondamente fuori dalla legittimità costituzionale e come tale va fermata dalla Consulta. I principi sono quelli molto simili presentati già dalla Regione Sardegna, che pure da ente con statuto speciale già gode di per suo di diverse materie in “autonomia”: nel caso campano, lo scontro ancestrale tra la giunta De Luca e il Governo Meloni prosegue da anni ormai sul fronte dell’Autonomia differenziata (e non solo).



Completamente bocciata la “devoluzione” delle competenze lasciate alle Regioni (qualora lo volessero, va ricordato che l’Autonomia è possibile richiederla ma non è obbligatorio, ndr), specie per «materie riguardanti diritti fondamentali e servizi di civiltà come la sanità, la scuola pubblica, la previdenza integrativa, la protezione civile, da minare la stessa sovranità dello Stato e rompere l’unità nazionale e l’eguaglianza dei cittadini delle diverse aree del Paese». Secondo De Luca la legge Calderoli va stoppata e bloccata, di fatto lo stesso principio del ricorso in Consulta per un potenziale referendum abrogativo. Si attende u’imminente azione del Veneto (e probabilmente della Lombardia) davanti al passo avanti presentato dalle Regioni amministrate dal “campo largo” tanto in Sardegna quanto ora in Campania: il Governatore Zaia aveva infatti spiegato appena una settimana fa che come regione tra le prime a richiedere materie in Autonomia differenziata, «siamo danneggiati dal fatto che si faccia ricorso contro una legge che permetterebbe a noi di avviare un progetto di Autonomia. E quindi ci presenteremo in Corte Costituzionale ad opporci al ricorso». Il principio cardine dell’Autonomia è stato poi ribadito oggi con un tweet su X dall’esponente parlamentare della Lega, Giulio Centemero, il quale ha chiarito alle Regioni (e a chi anche in maggioranza non è convinto dalla bontà del progetto riformatore sull’Autonomia differenziata) che con il ddl Calderoli «Ogni Regione infatti può scegliere se chiederla o meno e decidere su quali materie applicarla. Chi si professa lliberale dovrebbe sostenerla, non rallentarne il processo. Autonomia è Libertà».