I ritardi delle dosi di Pfizer, il contrasto legale tra Arcuri-Conte e la stessa multinazionale dei vaccini anti-Covid fino al “nodo” delle siringhe sta costringendo il Governo a modificare il piano vaccinale con una copertura di immunità non più possibile nel settembre 2021 ma probabilmente solo ad inizio 2022. I problemi sono tanti e le responsabilità al momento complesse da stabilire (se Pfizer, se negoziazione europea e se mancanza di strategia del Piano vaccini Italia), ma resta la problematica dei numeri: nel piano vaccinale dell’Italia si ipotizzava di avere 28,2 milioni di dosi di vaccino anti Covid entro il 31 marzo.



Si contava anche i 2,3 milioni di Curevac, ma quel prodotto è in ritardo sulla tabella di marcia come del resto anche AstraZeneca: se si considera però solo Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca, in Italia nel primo trimestre 2021 ne sarebbero dovuti arrivare 25,9 milioni di dosi. Invece, se andrà benissimo, ne avremo 10 milioni di dosi (15 secondo il commissario Arcuri): per questo motivo arrivare al 70% degli italiani vaccinati (l’immunità di gregge ritenuta sufficiente) servirà anche qualche mese del 2022.



LA REGIONE LAZIO LANCIA LA PROPOSTA SUL VACCINO RUSSO

Per questo motivo si studiano controffensive per velocizzare le vaccinazioni, con la speranza che le eventuali “varianti” del Covid non portino ad ulteriori modifiche sui vaccini nella loro struttura chimica. «Se non avremo in tempi rapidi anche Johnson&Johnson – altro vaccino in fase di sperimentazione, che sarà esaminato da Ema tra un mese e mezzo e per il quale l’Italia ha prenotato 53 milioni di dosi -, limitandosi solo a Pfizer, Moderna e AstraZeneca, a giugno avremo vaccinato solo operatori sanitari e ultraottantenni, perché dubito che otterremo più di 12 milioni di dosi. Bisogna accelerare sul vaccino italiano in sperimentazione allo Spallanzani, ma anche guardare ad altri prodotti già sul mercato», così spiega al Messaggero l’assessore alla Salute di Regione Lazio, Alessio D’Amato. La proposta è stata già presentata ieri nel vertice con Regioni, Arcuri e i Ministri Boccia e Speranza: con il Lazio anche Zaia del Veneto, «andiamo ad acquistare i vaccini russo (Sputnik 5) e cinesi, sollecitiamo Ema perché li valuti e li autorizzi rapidamente, in modo da avere una più ampia scelta». I numeri per l’Italia (e per l’intera Europa) finora sono impietosi: Israele ha vaccinato il 39,6% della popolazione, il Regno Unito il 10% e il nostro Paese è ancora fermo al 2,1%: va da sé, urgono correttivi immediati.

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