++ Nella conferenza stampa in serata il Premier Conte ha annunciato la suddivisione ufficiale delle Regioni nel nuovo Dpcm:
Zone Gialle: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Veneto, Liguria, Toscana, Molise, Marche, Sardegna e Friuli Venezia Giulia, Trento e Bolzano
Zone Arancioni: Puglia e Sicilia
Zone Rosse: Calabria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta ++
«Sono ancora in via di valutazione le regioni in fascia rossa», ha spiegato questo pomeriggio il direttore del Dipartimento Prevenzione del Ministero della Salute Giovanni Rezza durante la conferenza stampa Iss sull’aggiornamento epidemiologico settimanale. «Operazione complessa basata non solo sull’indice di contagio Rt, ma un insieme di 21 indicatori. Non sono tutti noti i fattori del riemergere del virus», aggiunge Rezza; al momento dunque l’ordinanza del Ministero potrebbe arrivare in serata ma è ancora in corso il confronto-scontro con i Governatori per capire in quale fascia inserire le singole Regioni. Secondo le ultime anticipazioni emerse durante la stessa conferenza stampa Iss vedono le seguenti tre fasce:
– zone gialle (rischio moderato): Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, la Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Toscana e Umbria.
– zone arancioni (rischio elevato): Liguria, Veneto, Campania, Puglia e Sicilia.
– zone rosse (rischio criticità massima): Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Calabria, 10 Comuni della Provincia autonoma di Bolzano. (agg. di Niccolò Magnani)
VENETO VERSO LA ZONA “ARANCIONE”
Mentre regna la confusione e milioni di persone si chiedono in quale delle temute fasce di colore verrà inserita la propria Regione, alcuni rumors suggeriscono che il Veneto a seguito dell’ultimo Dpcm emanato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, potrebbe diventare una zona arancione: niente zona rossa quindi per la regione governata da Luca Zaia, ma nemmeno verde visti i recenti numeri del contagio. Al momento ovviamente si tratta solo di indiscrezioni che attendono di essere confermate ufficialmente dal Ministero della Salute ma se così fosse ecco cosa accadrebbe se il Veneto fosse incasellato nella Fascia 2 di rischio: inoltre, come spiegano alcuni organi di stampa, in realtà, è possibile che alcune zone regionali finiscano però in Fascia 1, per quella che sarebbe dunque una differenziazione territoriale. Innanzitutto tra le misure previste ci sarebbe il divieto di entrata o uscita dai territori sottoposti al provvedimento, salvo le consuete e comprovate motivazioni e gli spostamenti necessari, senza dimenticare poi la sospensione del servizio di ristorazione col solo servizio d’asporto consentito. (agg. di R. G. Flore)
COMUNI E PROVINCE A RISCHIO
Arrivano importanti aggiornamenti per le Regioni dal nuovo Dpcm firmato dal premier Conte
. Non sono mancate lamentele da parte dei governatori nelle scorse ore, Repubblica poco minuti fa ha riportato della “resa” dei tecnici: verrà deciso quali regioni chiudere in base ai dati al 25 ottobre 2020. Insomma, sono sette le Regioni a rischio, come evidenziato dal quotidiano: per ora “rosse” sono Lombardia, Piemonte e Calabria, “arancioni” Puglia e Sicilia, sub iudice Veneto e Liguria. Una decisione giunta poiché non è ancora pronto il nuovo monitoraggio dei dati regionali della Cabina di regia.
Tornando sulle polemiche delle ultime ore, il ministro Francesco Boccia ha tenuto a precisare: «La strategia adottata non vuol dire esautorare i territori ma anzi vuol dire lavorare insieme responsabilizzandoli. Sono sicuro che questo meccanismo di suddivisone in fasce funzionera’. Il Governo ha assicurato a Regioni e Comuni che tutti i ristori per le attivita’ che dovessero essere chiuse saranno automatici e tempestivi», riporta Sky Tg 24. (Aggiornamento di MB)
REGIONI, QUALI IN ZONE ARANCIONI E ROSSE
Il testo ufficiale del nuovo Dpcm è stato pubblicato dal Governo ma si attendono ancora le ordinanze “applicative” del Ministero della Salute che dividerà le 20 Regioni nelle tre zone di rischio: al momento dunque le “anticipazioni” sulle zone verdi, arancioni e rosse restano tali, con Lombardia, Piemonte, Calabria e Alto Adige in probabile “lockdown” mentre Campania, Puglia, Veneto, Liguria e Valle d’Aosta andrebbero nella zona arancione. Il decreto assegna al ministro anche la possibilità di esentare «specifiche parti del territorio regionale da alcune misure di contenimento», ma al momento si attende ancora l’ordinanza che farà scattare la zona rossa e arancione. Quanto è invece definitivo e ufficiale è il cosa comporterà l’essere in una o nell’altra fascia (e durerà per 2 settimane ogni singola ordinanza): zone arancioni vede stop spostamenti anche tra Comuni (sempre l’obbligo dell’autodichiarazione), chiusi locali di ristorazione (tranne domicilio e asporto). Per le zone rosse invece, valgono le medesime misure con in più: negozi tutti chiusi (aperti solo locali per ristorazione a domicilio-asporto), tranne alimentari, edicole, tabaccai, farmacie; scuole aperte solo infanzia, elementari e prima media, Dad per tutte le altre. (agg. di Niccolò Magnani)
LE REGIONI NEL NUOVO DPCM
Cosa cambia nelle Regioni italiane dopo il nuovo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte e atteso oggi in Gazzetta Ufficiale? Se lo stanno chiedendo in molti, visto che il nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri non chiarisce la ripartizione delle Regioni tra zone rosse, arancioni e verdi. Questo compito spetta, infatti, al ministro della Salute Roberto Speranza, sulla base della valutazione dell’indice Rt e di altri 21 criteri. Ma il testo del nuovo Dpcm permette di conoscere le misure anti-Covid decise dal Governo in base alle criticità. Nel provvedimento sono presenti restrizioni valide per tutto il territorio nazionale e norme che varranno a livello regionale. Si è deciso, quindi, di procedere con un regime differenziato che divide l’Italia in tre fasce. Quali sono le norme valide in tutta Italia? Coprifuoco alle 22, ritorna l’autocertificazione per gli spostamenti, chiusura musei, didattica a distanza al 100% per le scuole superiori, centri commerciali chiusi nelle giornate festive e prefestive, chiusura di bar e ristoranti alle 18, capienza al 50% dei mezzi pubblici, chiusura dei corner scommesse e giochi in bar e tabaccherie, sospensione di prove e procedure concorsuali, a esclusione di quelle in cui la valutazione è in modalità telematica.
NUOVO DPCM, DIFFERENZE REGIONI TRA ZONE ROSSE-ARANCIONI
Cosa succede, dunque, nelle Regioni con il nuovo Dpcm? Sono previsti tre diversi scenari. In quello “verde” valgono le restrizioni nazionali, poi ci sono le “zone arancioni” a livello 3 e quelle rosse a livello 4. Partiamo dai negozi. Se la propria Regione è “zona arancione” non cambia nulla per i negozi, rispetto a quanto indicato a livello nazionale, ma saranno sospese le attività dei servizi di ristorazione, fatta eccezione per mense e catering, come per le “zone rosse”. Quindi, resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio. Se invece si è in “zona rossa”, vengono chiusi i negozi al dettaglio (tranne alimentari, farmacie ed edicole) e i mercati di generi non alimentari. L’attività motoria individuale, intesa come passeggiate, sarà permessa anche nelle zone rosse, ma solo in prossimità della propria abitazione e rispettando la distanza di almeno un metro da ogni persona e con obbligo di mascherina. L’attività sportiva all’aperto, invece, potrà essere svolta, ma in forma individuale.
COSA CAMBIA NELLE REGIONI SUL FRONTE SCUOLA
È bene precisare che i provvedimenti saranno valutati su base settimanale e avranno una durata minima di 15 giorni. Quindi, se una Regione entra in “zona rossa” dovrà restarci per almeno due settimane. Il meccanismo comunque è semiautomatico. Al momento quelle a rischio lockdown: Lombardia, Piemonte, Alto Adige, Valle d’Aosta e Calabria. Ma cosa succede per la scuola? Cosa cambia? Se la propria Regione non è “zona rossa”, la disciplina prevede la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori, didattica in presenza per le scuole elementari e medie e per i servizi all’infanzia, con uso obbligatorio delle mascherine, ma non per i bimbi al di sotto dei 6 anni. Se invece la propria Regione è “zona rossa”: didattica a distanza per le scuole superiori e per le classi seconda e terza media; didattica in presenza per le scuole elementari, per la classe prima media e per i servizi all’infanzia, con uso obbligatorio delle mascherine (salvo che per i bimbi al di sotto dei 6 anni). Invece, i corsi di formazione pubblici e privati possono svolgersi solo con modalità a distanza.