Le Regioni non nascondono un certo disappunto per il nuovo Dpcm firmato dal premier Conte. Diversi governatori, di ogni colore politico, non hanno lesinato critiche all’esecutivo giallorosso per la mancata consultazione pre-stesura del testo. Intervenuto ai microfoni di Oggi è un altro giorno, il governatore della Puglia Michele Emiliano ha tenuto a precisare: «Io probabilmente l’avrei fatto diversamente questo regolamento: chi passa Natale a Roma ha determinate possibilità, chi lo passa a Celle San Vito, il paese più piccolo della Puglia, sta sequestrato in un posto piccolo in cui rischia di non trovare nulla. Non è un dramma, non si tratta di nulla di catastrofico, ma forse su questo è eccessivo. Il Governo deve essere più garbato con le Regioni, se ci avvisa prima di fare qualcosa è sempre molto meglio». Poi il presidente della Puglia ha tenuto a evidenziare: «L’esodo va evitato: il ritorno a casa senza cautele può determinare l’accensione di molti focolai. Se a marzo arrivavano soprattutto dalla Lombardia, adesso tutte le regioni sono nelle stesse condizioni». (Aggiornamento di MB)



REGIONI VS DPCM CONTE: ECCO PERCHÉ

Se solo due giorni fa le Regioni avevano definito “incontro proficuo” il confronto con il Governo prima del nuovo Dpcm, dopo l’approvazione in Cdm a tarda notte del Decreto Natale (il Dl ‘cornice’ dove si inserirà il prossimo Dpcm in arrivo da domani, ndr) i territori scattano sulla sedia e nella Conferenza delle Regioni bocciano su quasi tutta la linea le scelte del Governo. «La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome esprime stupore e rammarico per il metodo seguito dal Governo che ha approvato, nella serata di ieri, il decreto legge 2 dicembre 2020 n.158, in assenza di un preventivo confronto con le regioni», si legge nel un documento visionato dall’Adnkronos. È il metodo a stupire e irrigidire i Presidenti di Regioni, tutti uniti in maniera bipartisan contro la scelta del Governo di inviare la bozza del Dpcm 3 dicembre dopo comunque aver approvato ieri notte il Dl Natale che già norma gli spostamenti tra Regioni (vietati tra il 21 dicembre e il 6 gennaio) e tra Comuni (vietati a Natale, Santo Stefano e Capodanno). «Tale metodo contrasta con lo spirito di leale collaborazione, sempre perseguito nel corso dell’emergenza, considerato peraltro che la scelta poteva essere anticipata anche nel corso del confronto preventivo svolto solo 48 ore prima», prosegue il comunicato in mano ad Ansa e Adnkronos. Proprio questo mancato confronto interistituzionale «non ha consentito l’individuazione delle soluzioni più idonee per contemperare le misure di contenimento del virus e il contesto di relazioni familiari e sociali tipiche delle festività natalizie», ribadiscono i Governatori. Secondo quanto riportato dall’Agenzia Ansa, il premier Giuseppe Conte si è collegato alla riunione della Conferenza Stato-Regioni: ancora dopo le 16 è in corso un confronto con i presidenti e i ministri Speranza e Boccia.



ANCHE 25 SENATORI PD CONTRO IL DPCM

In sintesi, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome «prende atto delle scelte operate con l’adozione del citato decreto-legge che, intervenendo con forti limitazioni agli spostamenti e alle relazioni sociali nel periodo dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021, rende di fatto pleonastico il pronunciamento su parti essenziali del Dpcm»: una stroncatura in sostanza nettissima del metodo e delle scelte operate dal Governo nelle ultime 24 ore. Infine, concludono le Regioni, nel merito dei ristori «né nel decreto legge né nel Dpcm si fa riferimento alcuno a norme sui ristori economici delle attività che subiscono limitazioni e/o chiusure, più volte richieste dalle regioni e dalle province autonome». Dopo averlo già preannunciato stamane al Corriere della Sera, il Governatore della Lombardia Attilio Fontana ha ribadito la sua netta contrarierà al Decreto Natale approvato stanotte: «leggere a sorpresa un dl che impedirà a Natale e a Capodanno lo spostamento dei cittadini fra Comuni della stessa Regione anche solo per andare a visitare genitori e figli, mentre si discute di un Dpcm che non ha recepito nessuna delle indicazioni offerte dalle Regioni, è un fatto ‘lunare’». Il collega del Veneto, Luca Zaia, aggiunge «Non è possibile dividere i figli e i genitori con i fratelli il giorno di Natale se abitano in comuni diversi […]. C’è una sperequazione assurda per quanto riguarda i territori di periferia: si bloccano i cittadini in un piccolo comune mentre a Roma, una città con tre milioni di abitanti, ci si può spostare tranquillamente. Nei piccoli comuni, come i nostri, invece è un vero lockdown». Ad aggiungersi nella bocciatura dello schema di base del prossimo Dpcm 3 dicembre ci pensano anche 25 senatori del Partito Democratico che in una lettera inviata ai membri del Governo chiede di non vietare spostamenti dai Comuni nei giorni festivi di Natale: la missiva chiede al capogruppo Andrea Marcucci di «attivarsi con il Governo affinché lo spostamento tra Comuni nelle giornate del 25,26, 1 gennaio, possa avvenire per consentire a persone che vivono in comuni medio piccoli di ricongiungersi per poche ore con familiari che abitano in altri Comuni». I 25 parlamentari Dem su 35 al Senato sono Alfieri, Bini, Biti, Cirinnà, Collina, D’Alfonso, D’Arienzo, Fedeli, Ferrari, Ferrazzi, Giacobbe, Iori, Laus, Manca, Messina, Nannicini, Parrini, Pittella, Rojc, Rampi, Stefano, Taricco, Vattuone, Valente, Verducci.

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