Torna da oggi in zona arancione tutta Italia, in attesa poi della nuova divisione a colori che entrerà in vigore a partire da domani. Nel corso della giornata odierna torneranno diverse misure restrittive, a cominciare dall’impossibilità di uscire dal proprio comune di residenza se non per esigenze lavorative, sanitarie o d’urgenza. Si potrà comunque circolare nel proprio paese d’origine, ma il consiglio delle autorità è ovviamente quello di rimanere in casa se non per commissioni impellenti. Chiusi i negozi dei centri commerciali salvo i generi alimentari che rimarranno sempre aperti, e nel contempo, continuerà il coprifuoco notturno dalle 22:00 di sera fino alle 5:00 di mattina.



Stando alla Coldiretti la zona arancione che entrerà poi in vigore da domani in Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Sicilia, colpirà più di 4 italiani su 10, precisamente il 44% dell’intera popolazione. Nelle 5 regioni interessate dalle restrizioni vivono infatti 26.3 milioni di italiani, poco meno della metà della popolazione totale (circa 60 milioni), a cominciare dai 10 milioni della Lombardia. Verranno così bloccati 140mila fra bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



REGIONI ZONA ARANCIONE, SICILIA, NELLO MUSUMECI DELUSO: “VOLEVAMO LA ROSSA”

Fra le regioni che domenica prossima verranno inserite in zona arancione, anche la Sicilia. Una scelta che è stata accolta con un po’ di amarezza dal presidente Nello Musumeci, sottolineando come lo stesso avesse chiesto al ministro Speranza di attuare il lockdown in Sicilia, inserendola in zona rossa: “I dati allarmanti sui contagi – le parole di Musumeci riportate da lasiciliaweb.it – hanno suggerito al Comitato tecnico scientifico di adottare misure assai restrittive. Stamattina abbiamo avuto un lungo colloquio con il ministro della Salute Roberto Speranza chiedendo di dichiarare la Sicilia zona rossa, almeno per una decina di giorni, ma il ministro in base al dato epidemiologico ha ritenuto di doverci concedere l’arancione”. Musumeci ha spiegato che non è quello che “chiedevamo ma prenderemo delle misure più restrittive perché bisogna rendersi conto che la battaglia non è ancora assolutamente vinta”, facendo poi riferimento alla “indisciplina di una parte di molti siciliani”, che “rimette in discussione tutto quello che abbiamo ottenuto”. Entro la sera è attesa la nuova ordinanza con cui si ufficializzerà anche la proroga della dad per le superiori. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



REGIONI ZONA ARANCIONE, CALABRIA, EMILIA ROMAGNA, LOMBARDIA, SICILIA E VENETO: REGOLE

Dalla giornata di domenica, 10 gennaio 2021, le regioni in zona arancione saranno Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto. Si “salva” quindi la regione di Fontana, che sembrava destinata ad entrare in zona Rossa a causa di un indice Rt attuale pari a 1.27, ma evidentemente, tenendo conto della media degli ultimi giorni, la stessa regione è rientrata nei parametri per questa fascia. Non cambia comunque tantissimo da arancione a rosso, visto che nella colorazione più tenue non si può comunque uscire dal proprio Comune se non per comprovate esigenze, e i bar e i ristoranti dovranno continuare a restare chiusi praticando solo l’asporto fino alle ore 22:00. Come riferito dall’Iss in occasione del monitoraggio consueto, Calabria, Emilia-Romagna e Lombardia, hanno un “Rt puntuale maggiore di 1 anche nel valore inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2”. Significativo inoltre l’aumento dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni, con il picco della Regione Veneto, ben 927.36 casi su 100.000 abitanti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

REGIONI ZONA ARANCIONE, COSA SI PUÒ FARE E CHI ENTRA: EMILIA ROMAGNA, LAZIO, PUGLIA

Da lunedì 11 gennaio metà dell’Italia potrebbe ritrovarsi in zona arancione: in giornata la cabina di regia Cts-Ministero della Salute, visti i dati del monitoraggio Iss, disporrà la nuova “divisione in colori” confermata dall’ultimo Decreto “ponte” Covid in vigore tra il 7 e il 15 gennaio. Gli esperti elaboreranno le nuove divisioni in “colori” con ordinanze firmate entro oggi dal Ministro Speranza e valida da lunedì 11 gennaio prossimo: il Governo poi nel nuovo Dpcm (16-31 gennaio) confermerà il criterio dei colori, introiettando le modifiche apportate dall’ultimo Dl Covid sull’accesso ai criteri di rischio. Con indice di contagio Rt inferiore a 1 si resta in zona “gialla rafforzata” (divieto comunque di spostarsi tra Regioni); tra 1 e 1,25 la regione entra in zona arancione; superiore a 1,25 scatta il lockdown “rosso” con possibilità di uscire di casa solo con autocertificazione per “comprovata esigenze” (lavoro, salute, necessità). Secondo questi nuovi criteri, di fatto da lunedì almeno 12 Regioni rischiano l’ingresso in zona arancione: si tratta di Lazio, Puglia, Emilia Romagna, tutte con valori superiori a 1 e confermato anche nell’ultimo monitoraggio 27 dicembre-3 gennaio. Si dovrebbero accodare in “fascia arancione” anche la Liguria, la Basilicata, le Marche, Calabria e Valle d’Aosta: caso limite per Lombardia e Veneto, entrambe con valori molti vicini a 1,25 come Rt e con la decisione del Governo di inserirle in “rossa” o “arancione” da prendersi entro la giornata.

ZONA ARANCIONE: DIVIETI E REGOLE

Essere in zona arancione comporta precise regole e norme da seguire come ormai i cittadini hanno imparato a “convincerci” sia nel precedente Dpcm che nell’ultimo Decreto Natale: in questo weekend l’intera nazione sarà in “zona arancione”, per diverse Regioni però il regime di rischio moderato proseguirà anche da lunedì. Divieto di spostamenti tra Regioni (vale però anche per zona gialla e arancione), ma impossibilità ad uscire anche dal proprio Comune di residenza se non per 3 confermate deroghe da inserire nell’autocertificazione (sempre necessaria per uscire dal Comune in zona arancione): le comprovate esigenze (lavoro, necessità, salute); raggiungere la seconda casa entro i confini regionali; movimento tra Comuni sotto i 5mila abitanti, in un raggio di 30 km e senza dirigersi verso Capoluoghi di provincia.

Per quanto riguarda le visite ad amici-parenti una sola volta al giorno in coppia con figli minori dei 14 anni (non rientrano nel conteggio), è sempre consentito però solo all’interno del proprio Comune di residenza dalle 5 alle 22. Resta confermato il coprifuoco dopo le 22, mentre è confermato il rientro consentito presso propria abitazione, residenza o domicilio. I negozi sono chiusi ad eccezione di alimentari, farmacie, tabaccai, benzinai ed edicole, mentre rimangono serrati i centri commerciali: bar e ristoranti chiusi, se non per asporto o domicilio. Per la scuola, le superiori dall’11 gennaio dovrebbero rientrare in presenza salvo diverse indicazioni delle singole Regioni (qui il complesso calendario del rientro regione per regione).