In concomitanza con la terza Giornata della registrazione civile e della statistica vitale che si celebra oggi in Africa, è stato rinnovato l’invito a registrare le nascite al fine di non esporre a rischi i minori. Lo si legge in una nota diffusa dall’Arcivescovo Buti Tlhagale, referente per i migranti e i rifugiati all’interno della Conferenza episcopale locale (Sacbc) nella quale si invitano gli Stati a “verificare che la registrazione universale delle nascite avvenga in modo corretto e indipendente dalla nazionalità o dallo status giuridico dei genitori” del bambino. L’evento si celebra in piena emergenza sanitaria ed a tal fine l’Arcivescovo ha ribadito come tale registro possa rappresentare un ulteriore servizio essenziale per il monitoraggio e l’impatto dell’emergenza. Cifre più precise in tempo di pandemie, ha spiegato il presule, “garantiscono che le autorità dispongano delle informazioni essenziali necessarie per la pianificazione, l’attuazione e il monitoraggio” di adeguati sistemi di prevenzione e cura. Quella che per molti può apparire come una pratica “scontata”, in riferimento alla registrazione delle nascite, in realtà non lo è dal momento che in molti Paesi non è affatto una pratica così comune. Stando al rapporto Unicef dello scorso anno, ad esempio, sono 166 milioni i bambini minori di 5 anni e non registrati al momento della nascita e l’87% di loro vive nell’Asia meridionale e nell’Africa subsahariana.



“REGISTRARE LE NASCITE PER NON ESPORRE MINORI A RISCHI”

A cosa vanno incontro i bambini che non vengono registrati al momento della nascita? A spiegarlo perfettamente è stato sempre Tlhagale che ha asserito come i minori vanno incontro al rischio di “diventare invisibile e vulnerabili, nel momento in cui perdono i loro diritti di fronte alla legge a causa della mancanza di documentazione”. L’attenzione si è poi spostata al contesto sudafricano ed in merito non sono mancate le preoccupazioni del vescovo: “Nonostante il diritto costituzionale permetta a tutti i bambini di istruirsi, molti studenti del Paese incontrano ancora ostacoli nell’accesso all’educazione primaria a causa della mancanza di una documentazione adeguata”, ha commentato. Ancora una volta dunque, diventa di fondamentale importanza il controllo della corretta registrazione delle nascite poichè “ai bambini non può essere negato l’accesso all’istruzione” dal momento che “esso è parte integrante dello sviluppo della persona umana”. Infine, l’appello del vescovo della Sacbc agli Stati e governi è di aumentare la capacità dei propri sistemi di registrazione civile “in modo da garantire che non si verifichi l’esclusione di alcuna persona dall’accesso ai suoi diritti umani fondamentali”, con riferimento anche a migranti e rifugiati.

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