Nel Regno Unito le segnalazioni di casi di matrimoni forzati nel 2020, secondo un rapporto curato da Ministero degli Esteri e degli Interni i cui risultati sono riportati da Avvenire, sono state 750. Di questi, il 26% ha riguardato minorenni (anche di sesso maschile) ed il 15% bambini con meno di 15 anni. Il fenomeno, tuttavia, agli occhi delle Ong che si occupano delle vittime, potrebbe essere molto più ampio.



Nella maggior parte dei casi le spose e/o sposi minorenni hanno nazionalità inglese o doppia nazionalità, ma le loro famiglie continuano ad avere stretti rapporti con i loro Paesi d’origine, tra cui in particolare Pakistan, Bangladesh, India, Afghanistan e Somalia, dove le nozze forzate sono una tradizione. È per questa ragione che i bambini vengono costretti a tornare in patria per sposare qualcuno – spesso molto più grande – che neanche conoscono. La pandemia di Covid-19 ha provocato una riduzione del fenomeno in virtù delle limitazioni nelle partenze. Nel 2019, infatti, le segnalazioni erano state più di 1.350.



Regno Unito, 750 matrimoni forzati nel 2020: la nuova legge

Il Governo del Regno Unito, a fronte delle 750 segnalazioni di casi di matrimoni forzati nel 2020, sta portando avanti una battaglia contro il fenomeno. In Parlamento, secondo quanto riporta Avvenire, venerdì, è stata approvata in seconda lettura una proposta di legge che aumenta da 16 a 18 anni l’età minima per le nozze, con o senza il consenso dei genitori. La bozza, inoltre, prevede che la coercizione messa in atto da questi ultimi diventi un reato punibile con 7 anni di detenzione. “È un passo in avanti enorme che finora non eravamo riusciti a ottenere”, ha detto Natasha Rattu, direttore dell’associazione Karma Nirvana.



Al contempo, al fine di contrastare i matrimoni forzati che si celebrano nel Paese e all’estero, sarà indispensabile portare avanti una campagna di informazione che aiuti le vittime a ribellarsi e a denunciare l’imposizione da parte dei parenti. I casi non denunciati, infatti, potrebbero essere migliaia.