Con un recente intervento di Kemi Badenoch, ministra degli Affari degli Regno Unito, il governo di Rishi Sunak ha espresso la volontà di continuare a collaborare con la Cina, ritenendola un tassello fondamentale per raggiungere il tanto agognato obiettivo della riduzione delle emissioni di Co2 voluto dagli accordi di Parigi. Affermazioni che non sono state accolte positivamente da tutti i membri parlamentari inglesi, soprattutto per via di un recente scandalo che ha evidenziato la presenza di una presunta spia della Cina tra le fila del parlamento del Regno Unito. Tuttavia, rimane anche vero che fin dall’inizio del suo mandato, il numero 10 Rishi Sunak si è sempre espresso a favore della Cina, invertendo la linea d’azione inaugurata dal precedente Primo Ministro inglese, ovvero Liz Truss.



Il Regno Unito apre alla Cina: “Fondamentale per il Net Zero”

Insomma, il Regno Unito ritiene che in questa fase centrale e delicata degli obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2 non può fare a meno del supporto e dell’aiuto della Cina. La dichiarazione è stata fatta dalla ministra Badenoch in occasione di una visita alla fabbrica di automobili marchio Mini di Oxford, poco dopo aver annunciato l’intenzione del governo di investire 600 milioni di sterline per la produzione esclusiva di auto elettriche entro il 2030. E proprio per le auto elettriche il supporto cinese sarà fondamentale.



La Ministra, infatti, ha spiegato che “al momento, la Cina è all’avanguardia” per quanto riguarda le tecnologie green necessarie al Regno Unito e all’Europa. Per questa ragione, ha continuato, “non saremmo in grado di arrivare dove vogliamo con gli obiettivi Net Zero fermando o vietando completamente i prodotti cinesi”, sottolineando anche che “non si possono escludere i prodotti fabbricati in Cina dall’ecosistema delle batterie”. Secondo il Primo Ministro Sunak, similmente, “diplomazia significa parlare con tutti”, Cina inclusa, “e il Regno Unito lo capisce e lo capirà sempre”. Inoltre, Sunak durante il G20 in India ha ribadito che senza il supporto cinese, allo stato attuale delle cose, non sarà possibile effettuare pienamente, e tanto meno rapidamente, la transizione ecologica.

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