Il Guardian, celebre quotidiano britannico, ha scoperto che da anni i reali del Regno Unito stanno sfruttando i beni dei cittadini morti senza eredi per incrementare i loro guadagni. Una notizia che certamente è destinata a segnare indelebilmente la famiglia reale e, soprattutto, la sua reputazione, dati che tutto sarebbe stato fatto in assoluto segreto e violando un editto firmato dalla Regina Elisabetta II.
Per comprendere come i reali del Regno Unito sfruttano i beni dei cittadini morti bisogna fare un passo indietro al modo in cui guadagnano (legittimamente) soldi. I reali sono proprietari di due ducati, quello di Conovaglia e quello di Lancaster, il primo gestito dal principe William e il secondo da Re Carlo. Qui tramite una serie di attività, tra cui gli affitti, riscuotono i proventi che poi vengono immagazzinati nella cosiddetta borsa privata del Re, ovvero i fondi di proprietà della corona. All’interno del due ducati nel Regno Unito, i beni dei morti che non hanno eredi vengono raccolti dalla famiglia reale che, tramite l’editto SA9 dovrebbe devolverli completamente in beneficenza o usarli per questione che non generino profitto per la corona stessa. Proprio qui, però, sta l’arcano perché secondo il Guardian solo una minima parte viene data in beneficenza.
Guardian: “Il Regno Unito guadagna dai beni dei cittadini morti”
A livello strettamente numerico, il Regno Unito negli ultimi 60 anni tramite la raccolta dei bene dei cittadini morti ha raccolto 1,2 miliardi di sterline, che secondo i conti ufficiali dei ducati sono stati devoluti solo per il 15% in beneficenza. Il resto, invece, sarebbe stato usato dalla corona per alcuni lavori di manutenzione negli edifici all’interno delle contee. Nulla da ridire se si trattasse di musei o attività senza scopo di lucro, ma si tratta in realtà di edifici ad uso commerciale.
In altre parole, ciò che è successo nel Regno Unito è che tramite i beni dei cittadini morti la corona ha ristrutturato degli edifici dai quali trae attivamente benefici di natura economica, di fatto incrementando (almeno potenzialmente) i fondi destinati alla borsa privata. A livello sociale la politica e i reali si giustificano sottolineando che quegli investimenti sono stati destinati per il “bene pubblico”, ma il Guardian ritiene che, in realtà, ne abbia tratto attivamente profitto.