Il Regno Unito ha presentato ieri i piani di quella che ha definito la “più grande espansione dell’energia nucleare del Paese da 70 anni a questa parte”. Un piano fitto ed articlato, nel quale si mettono in capo 300 milioni di sterline (circa 350 milioni di euro), per “rafforzare l’indipendenza energetica e raggiungere gli obiettivi di emissione di carbonio” che ambisce a completare entro il 2050.



A livello generale, lo scopo del Regno Unito è quello di arrivare ad una produzione di energia nucleare pari a 24 gigawatt (quattro volte l’attuale produzione) entro il 2050, che dovrebbero (allo stato attuale) essere sufficienti a fornire un quarto del fabbisogno energetico complessivo del paese. La presentazione, inoltre, è arrivata dopo poco tempo dall’annuncio, fatto la scorsa estate, da parte del governo inglese del rilascio di “centinaia” di licenze sulla produzione di gas e petrolio nel Mare del Nord, mentre il costo della vita di fa sempre più insostenibile per i cittadini. Dunque, dichiara il Regno Unito, grazie all’energia nucleare si potranno ridurre le bollette, oltre a creare migliaia di nuovi posti di lavoro, migliorando complessivamente la sicurezza energetica del paese.



Cosa prevede il piano del Regno Unito per l’energia nucleare

Insomma, per favorire la produzione di energia nucleare il Regno Unito ha deciso di mettere in campo, da qui al 2050, 300 milioni di sterline complessive, definendo anche come queste verranno concretamente impiegate. Buona parte dell’investimento sarà fine alla costruzione di una “grande” centrale nucleare che avrà pressoché le dimensioni dell’attuale centrale Sizewell nel Suffolk o di quella Hinkley nel Somerset, che alimentano 6 milioni di abitazioni l’una.

Un’altra consistente parte dell’investimento che il Regno Unito farà nell’energia nucleare riguarda la produzione interna di combustibili avanzati, utili per i nuovi reattori di ultima generazione. Produzione, questa, attualmente in mano soprattutto alla Russia che, se i piani britannici si realizzassero, potrebbe essere esclusa dall’equazione commerciale europea. Così facendo, in altre parole, il Regno Unito diventerebbe un vero e proprio “hub” europeo ed occidentale dell’energia nucleare, che oltre a fornire materiali, potrà anche mettere in campo le conoscenze di un team di esperti. Proprio per le competenze, infatti, sono stati messi in campo 10 milioni di sterline complessive, al solo scopo di aumentare sempre di più la produzione.