La situazione dei conti pubblici del Regno Unito sembra essere a dir poco critica, tanto che il primo ministro Keir Starmer potrebbe presto trovarsi costretto a ricorrere ad una patrimoniale contro i cittadini inglesi più ricchi: l’annuncio è stato fatto – è il caso di dirlo, a mezza voce – nei giorni scorsi dal giardino del numero 10 di Downing Street a poco più di una settimana dall’ufficiale ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva e sembra aprire a scenari apocalittici; almeno dal punto di vista finanziario.



La manovra del prossimo anno (che come in Italia va chiusa prima di ottobre) sarà “dolorosa” secondo Starmer che non usa mezzi termini o giri di parole: “Non abbiamo altra scelta – ha proseguito il premier inglese -, vista la situazione in cui ci troviamo [a causa] di un buco nero di 22 miliardi di euro nelle finanze pubbliche” scoperto solo una volta saliti al comando nelle scorse settimane, e del quale – assicura e promette a tutti coloro che “ora diranno ‘oh, questo è il solito gioco della politica’” – nemmeno “l’Office for Budget Responsibility era a conoscenza”.



Keir Starmer e lo spettro della patrimoniale in UK: “Cittadini più ricchi dovranno sopportare un fardello maggiore”

Manovra ‘dolorosa’, situazione critica ma nessuna anticipazione da parte del premier Starmer sui contenuti effettivi della legge che verrà votata e varata nelle prime settimane di ripresa dopo l’estate: gli annunci effettivi verranno fatti solamente nelle prossime settimane una volta che il suo governo avrà un quadro completo; ma nel frattempo il primo ministro ha già precisato che la (presunta?) stretta avrà una durata “breve”, ripetendo che è solamente fine a scongiurare una “crisi economica” che rischia di trasformarsi una crisi dell’intera “società britannica”.



Lo spettro della patrimoniale è collegato soprattutto al momento in cui il primo ministro ha precisato che spetterà a “chi ha le spalle più larghe [portare] il fardello più pesante” e che il suo governo ha avviato una vera e propria ‘caccia’ ai “non domiciliati che pagano le tasse all’estero” sfruttando questa o quell’altra scappatoia legale; mentre nel frattempo non va dimenticato che la primissima manovra annunciata – già prima dell’estete – dalla tesoriera Rachel Reeves è un taglio netto del ‘bonus riscaldamento’ riconosciuto dopo la pandemia a milioni di pensionati e cittadini in difficoltà.