Stretta dell’Unione europea sull’import di prodotti alimentari. Due sono i dossier aperti sui tavoli di Bruxelles. Il primo riguarda il divieto di importazione di prodotti che contribuiscono alla deforestazione, una misura con cui l’Unione si muove nella direzione dell’applicazione del principio di reciprocità nel commercio con Paesi extracomunitari che non rispettano gli stessi standard ambientali, sociali e sanitari vigenti in Italia e in Europa. Il Parlamento europeo ha infatti raggiunto un accordo con gli Stati membri che mette di fatto al bando quelle referenze – si spazia per lo più dall’olio di palma alla carne bovina, dalla soia al cacao e al caffè – la cui produzione va a sostenere il fenomeno oltre i confini dei 27 aderenti.
Nelle prossime settimane dovrebbe essere votato il nuovo Regolamento, sostenuto dall’approvazione di oltre 1,2 milioni di cittadini interpellati sul tema e incentrato su un impegno a tutto campo che rientra nel grande progetto del Green Deal europeo. Una volta approvato, i produttori avranno 18 mesi per adeguarsi ai nuovi standard, con alcune eccezioni per le aziende più piccole. In concreto, le aziende dovranno fornire adeguati rapporti (due diligence) che comprovino la mancanza di pratiche di disboscamento avvenute dopo il 31 dicembre 2020 collegate alle loro merci.
La mossa promette di avere riflessi significativi dal momento che “quasi 1 prodotto alimentare su 5 importato in Italia – denuncia Coldiretti – non rispetta le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori vigenti nel nostro Paese, spesso anche grazie ad agevolazioni e accordi preferenziali stipulati dall’Unione europea”.
L’azione europea dovrebbe dunque avere le carte in regola per produrre un effetto importante: secondo le stime elaborate dalla Commissione, il nuovo regolamento ridurrà di almeno 32 milioni di tonnellate l’anno le emissioni di carbonio in atmosfera dovute al consumo e alla produzione delle materie prime interessate, con un risparmio annuo di almeno 3,2 miliardi di euro e con significativi benefici per le foreste e per il loro contributo alla lotta alla crisi climatica.
Il secondo dossier su cui l’Ue ha acceso i riflettori riguarda i prodotti alimentari derivati da animali trattati con antibiotici promotori della crescita. La Commissione europea ha presentato una bozza di regolamento delegato che ne prevede il divieto di importazione con l’obiettivo dichiarato di mettere in parità di condizioni gli allevatori dell’Unione europea, dove l’uso di questo tipo di antibiotici è vietato, e quelli di Paesi terzi.
Il documento sarà consultabile fino al 3 gennaio 2023, poi l’Esecutivo dell’Unione finalizzerà la proposta, che sarà quindi sottoposta all’esame di Consiglio Ue ed Europarlamento. Al termine di questo iter, che di norma si snoda su un periodo di due mesi, se le due istituzioni non muoveranno obiezioni, l’atto delegato entrerà in vigore.
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