L’accordo politico raggiunto nella maggioranza di governo sulla regolarizzazione dei migranti (i cui contorni sono ancora da definire) ha ridestato l’attenzione dell’opinione pubblica su quei braccianti che lavorano nei campi per pochi euro l’ora ogni giorno e vivono nelle baraccopoli in condizioni di igiene a dir poco carenti. Della questione si sono occupate Le Iene Show, che hanno inviato il loro Gaetano Pecoraro a Borgo Mezzanone, piccola frazione di Manfredonia, in provincia di Foggia, dove è sorta una vera e propria città di baracche, tende e container. In questo ghetto, sviluppatosi lungo la pista aeroportuale, vivono oggi oltre 2mila braccianti, perlopiù irregolari, che ogni mattina si alzano per andare nei campi a raccogliere – in cambio di una paga misera – la frutta e la verdura che acquistiamo nei supermercati.



REGOLARIZZAZIONE MIGRANTI PER SALVARE L’AGRICOLTURA

Tra i sostenitori della necessità di provvedere ad una regolarizzazione di massa dei migranti, la cosiddetta “sanatoria”, è diffuso il convincimento in base al quale – a maggior ragione durante una pandemia – portare a galla questi “invisibili” sia una mossa utile in primo luogo per la salute pubblica. Attraverso la regolarizzazione dei migranti, infatti, questi hanno la possibilità di rivolgersi al medico di famiglia e di essere indirizzati evitando che il contagio si diffonda. Di questo passaggio è consapevole anche Alaj, bracciante intervistato da Gaetano Pecoraro, che ha dichiarato: “Se noi siamo puliti è meglio anche per voi. E se siamo puliti, anche voi mangiate cose pulite, se noi siamo sporchi anche voi mangiate cose sporche”. Alaj, scrive il portale de Le Iene, vive qui da 11 anni, inizia a lavorare alle 6 di mattina e finisce 12 ore dopo attorno alle 18, questo per più di 300 giorni all’anno. Viene pagato appena 3 euro e 50 all’ora. “Nei campi non ci sono italiani, non lo vogliono più fare questo lavoro. E se noi non andiamo più a lavorare, voi non potete più mangiare”.

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