Reinfezioni Covid sono rare, ma più frequenti tra gli over 65: questo quanto emerso dallo studio su larga scala portato avanti in Danimarca e pubblicato sulla rivista The Lancet. Come spiegato dagli esperti, chi ha già contratto il Covid-19 sono protette almeno per sei mesi, ma i pazienti più anziani sono più inclini alla reinfezione.



Secondo lo studio danese, durante la prima e la seconda ondata di contagi solo una piccolissima percentuale – 0,65% – di pazienti ha avuto due volte un test positivo. Un primo dato molto importante riguarda la durata dell’immunità al virus, che va oltre i 6 mesi. Ma attenzione anche agli atteggiamenti da adottare per chi è più anziano…



REINFEZIONE COVID, LO STUDIO DANESE

Daniela Michlmayr, volto di spicco dello Staten Serum Institut, ha spiegato che non ci sono evidenze che la protezione cali entro i sei mesi dall’infezione, ricordando che gli studi hanno dimostrato che i coronavirus Sars e Mers conferiscono una protezione immunitaria contro le reinfezioni che dura fino a 3 anni. Un dato da non sottovalutare è legato alle varianti: la ricerca ha chiamato in causa solo il ceppo originario di Sars-CoV-2.  Gli esperti hanno dunque messo in risalto l’importanza di misure per proteggere i più anziani: necessari «maggiore distanziamento» e i vaccini. Gli autori dello studio non hanno dubbi: «Anche chi ha già avuto il virus deve essere vaccinato, non si può fare affidamento esclusivamente sulla protezione naturale». Il dottor Steen Ethelberg dello Statens Serum Institut ha affermato: «Il nostro studio conferma ciò che molti altri sembravano suggerire: la reinfezione Covid è rara nelle persone più giovani e sane, ma gli anziani corrono un rischio maggiore di contrarla di nuovo. Poiché anche le persone anziane hanno maggiori probabilità di manifestare sintomi di malattie gravi e purtroppo di morire, i nostri risultati chiariscono quanto sia importante attuare politiche per proteggere gli anziani durante la pandemia».

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