I numeri del reintegro dei medici no vax

In questo periodo si parla parecchio del reintegro dei medici no vax, ovvero coloro che non si sono sottoposti alla vaccinazione completa (con tutte e quattro le dosi) per il covid. La scelta di escluderli dal servizio era conseguenza logica e naturale dell’obbligo vaccinale a cui siamo stati sottoposti per limitare gli effetti del coronavirus, mentre la decisione di reintegrarli è stata una delle primissime proposte dell’esecutivo di Giorgia Meloni.



A livello di numeri il reintegro dei medici no vax riguarderebbe esattamente 4.004 operatori sanitari, tra medici, infermieri e odontoiatri. Ma Fnomceo, la Federazione nazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, sottolinea come i numeri, in realtà, siano abbondantemente sovrastimati. Infatti, secondo le loro stime dei 4.004 sanitari sospesi, il numero di medici ammonterebbe a 3.543 (i restanti sono 461 odontoiatri e 325 doppi iscritti all’albo che operano come odontoiatri). Tuttavia, il 47% dei medici sospesi (quindi 1.665) ha più di 68 anni, età che li porta ad essere esclusi dal SSN, e pertanto i medici che potranno essere concretamente reintegrati sono 1.878.



Reintegro dei medici no vax: è comunque in crisi

Insomma, sembra che il reintegro dei medici no vax sia stato abbondantemente sovrastimato, e come se non bastasse, Filippo Anelli, presidente di Fnomceo, ha anche evidenziato che in buona parte potrebbero essere liberi professionisti e non essere neppure reinseriti nel SSN, ma sottolinea anche che su questo non si hanno dati certi. Si dovrà, dunque, attendere ancora un po’ di tempo per capire come e se questa mossa potrà ottenere gli effetti desiderati.

Era stato, infatti, sostenuto a gran voce da Giorgia Meloni, che la decisione di reintegro dei medici no vax era fine a “prendere quattromila persone ferme e metterle al lavoro, in un momento di grave carenza di organico“. Ma come sottolinea Anelli, il totale dei medici sospesi (escludendo gli odontoiatri, quindi 3.543) è pari ad appena lo 0,82% dei medici italiani, che escludendo coloro con più di 68 anni, scende a poco più dello 0,40%. Per risolvere le carenze di personale, secondo un’intervista di Anelli per Il Foglio, è importante investire in nuove risorse, impostare degli standard numerici di personale e stanziare le risorse necessarie, oltre ad investire anche sugli stipendi che rendano il lavoro alletante per i giovani.