PUBBLICATA LA RELAZIONE DI SINTESI DEL SINODO 2023: ECCO IL TESTO
Sabato 28 ottobre il Sinodo ha approvato in Vaticano e poi pubblicato il testo della Relazione di Sintesi della prima sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (4-29 ottobre 2023): con annessi i risultati delle votazioni tenutesi in questi giorni, la penultima fase del lungo Sinodo sulla sinodalità (2021-2024) si è dunque chiusa, con la Santa Messa di Papa Francesco in San Pietro stamane che suggella l’invito continuo allo Spirito Santo di “pervadere” la Chiesa Cattolica proiettata sul futuro.
“Per una Chiesa sinodale. Comunione, partecipazione, missione”, a partire da questo titolo scelto da Papa Francesco per la penultima fase del Sinodo (nell’ottobre 2024 la fase finale con i risultati completi), centinaia di partecipanti tra vescovi, laici e anche donne hanno condiviso l’esperienza del dialogo e della sinodalità sui principali temi urgenti della Santa Chiesa di Dio. «Per la comune grazia del Battesimo, abbiamo potuto vivere insieme con un cuore solo e un’anima sola, pur nella diversità delle provenienze, lingue e culture. Come un coro abbiamo cercato di cantare nella varietà delle voci e nell’unità degli animi. Lo Spirito Santo ci ha dato di sperimentare l’armonia che Lui solo sa generare: essa è un dono e una testimonianza in un mondo lacerato e diviso», si legge nell’introduzione al testo della Relazione di Sintesi approvata dall’Assemblea nella giornata di sabato, ultimo giorno effettivo di lavori sinodali in Aula Paolo VI in Vaticano.
RISULTATI SINODO DEI VESCOVI 2023: LO SPIRITO SANTO E I TEMI AFFRONTATI
Presente in moltissime congregazioni e lavori dei circoli minori, Papa Francesco ha seguito passo dopo passo lo svolgimento del Sinodo dei Vescovi, vedendo ora approvare la Relazione di Sintesi che costituirà la “base” dei documenti atti a preparare l’ultima fase del Sinodo nell’ottobre 2024. «La nostra Assemblea si è svolta mentre nel mondo infuriano vecchie e nuove guerre, con il dramma assurdo di innumerevoli vittime. Il grido dei poveri, di chi è costretto a migrare, di chi subisce violenza o soffre le devastanti conseguenze dei cambiamenti climatici è risuonata tra noi, non solo attraverso i mezzi di comunicazione, ma anche dalla voce di molti, personalmente coinvolti con le loro famiglie e i loro popoli in questi tragici eventi. Abbiamo portato tutti, in ogni momento, nel cuore e nella preghiera, chiedendoci in che modo le nostre Chiese possano favorire cammini di riconciliazione, di speranza, di giustizia e di pace», spiegano ancora dal Sinodo dei Vescovi nel presentare la Relazione finale in conferenza stampa.
La Relazione di sintesi, sottolinea il Segretario Generale del Sinodo, Cardinale Mario Grech, «è il frutto di un lavoro intenso e fruttuoso. Un lavoro che non dipende tanto dalle capacità e dalle abilità nostre, ma dall’ascolto dello Spirito che abbiamo invocato e che la Chiesa – ne siamo certi – ha invocato per l’Assemblea durante questo mese». Un tempo proficuo di “discernimento ecclesiale”, sottolinea ancora il porporato, durante il quale si è mantenuto il metodo della conversazione nello Spirito: «ascoltarsi gli uni gli altri per ascoltare ciò che lo Spirito dice alla Chiesa. L’affermazione insistente del Santo Padre che il protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo non è uno slogan, ma il principio basilare di ogni azione sinodale. Senza ascolto dello Spirito, tutto si riduce a parole, a formule magari belle, ma vuote e sterili».
Dal lavoro del Sinodo si è giunti a fissare i termini di cosa la Chiesa intenda, nell’epoca in difficile in cui viviamo, sul concetto di sinodalità: «può intendersi come camminare dei cristiani in comunione con Cristo e verso il Regno, insieme a tutta l’umanità; orientata alla missione, essa comporta il riunirsi in assemblea ai diversi livelli della vita ecclesiale, l’ascolto reciproco, il dialogo, il discernimento comunitario, la creazione del consenso come espressione del rendersi presente di Cristo vivo nello Spirito e l’assunzione di una decisione in una corresponsabilità condivisa», si legge ancora nella Relazione di Sintesi. Donne e laici, ministero e magistero, evangelizzazione, sacerdozio e diaconato, e poi ancora pace, clima, poveri, migranti, donne, celibato e missioni: di questo e molto altro il Sinodo si è soffermato nei tanti lavori di questi giorni, trovano alle volte punti “controversi” che restano aperti in vista dell’ultima fase tra un anno. Sono in tutto 40 le pagine del documento frutto del lavoro dell’assemblea volta all’aiuto concreto per una reale unità dei cristiani che vada ben oltre i confini della “sola” Chiesa Cattolica Universale.
VOTAZIONI AL SINODO DEI VESCOVI: ASSEMBLEA “DIVISA” SU DONNE, CELIBATO E COPPIE GAY
È però in particolare sui temi “scottanti” come il celibato dei preti e le donne nella Chiesa che si sono viste le principali “divisioni” nelle votazioni finali sulla Relazione di Sintesi, pubblicate qui dal portale del Vaticano. Documento finale è stato approvato, complessivamente con 336 si e 10 no, me è in alcuni passaggi che si capisco come la fase finale del Sinodo tra un anno avrà ancora diversi “grattacapi” da dover risolvere. Il testo della Relazione è diviso in 3 sostanziali parti diverse: la prima è “Il volto della Chiesa sinodale”, la seconda “Tutti discepoli, tutti missionari”, e tratta di tutti coloro che sono coinvolti nella vita e nella missione della Chiesa (e delle loro relazioni); infine la terza parte, “Tessere legami, costruire comunità”. «Stiamo cercando di vivere il Vangelo e nessuno può sentirsi escluso, non accettato nella sua casa», ha dichiarato il cardinale Mario Grech presentando sabato il provvedimento del Sinodo.
Ben 69 i voti contrari nel paragrafo in cui si discute sull’accesso delle donne al ministero diaconale: «Alcuni considerano che questo passo sarebbe inaccettabile in quanto in discontinuitò con la Tradizione», si legge al capitolo 9 paragrafo j della Relazione «per altri, invece, concedere alle donne l’accesso al diaconato ripristinerebbe una pratica della Chiesa delle origini. Altri ancora discernono in questo passo una risposta appropriata e necessaria ai segni dei tempi, fedele alla Tradizione e capace di trovare eco nel cuore di molti che cercano una rinnovata vitalità ed energia nella Chiesa. Alcuni esprimono il timore che questa richiesta sia espressione di una pericolosa confusione antropologica, accogliendo la quale la Chiesa si allineerebbe allo spirito del tempo». Altro tema discusso e senza un accordo generale è quello sul celibato dei preti: qui ancora Grech sottolinea, «La votazione conferma che sono punti aperti, che la discussione, la riflessione e l’approfondimento sono in corso». Il relatore generale del Sinodo, cardinale Jean-Claude Hollerich, ha invece aggiunto come sia chiaro «che alcuni temi avrebbero incontrato una maggiore opposizione. Anzi, sono sorpreso che molti hanno votato a favore, significa che le resistenze non sono tanto grandi quanto pensavamo».
In merito al tema delle coppie gay, non viene menzionata la dicitura “LGBTQ”, sostituita dai temi come “orientamento sessuale “ e “identità di genere”: «Alcune questioni, come quelle relative all’identità di genere e all’orientamento sessuale, al fine vita, alle situazioni matrimoniali difficili, alle problematiche etiche connesse all’intelligenza artificiale, risultano controverse non solo nella società, ma anche nella Chiesa, perché pongono domande nuove. Talora le categorie antropologiche che abbiamo elaborato non sono sufficienti a cogliere la complessità degli elementi che emergono dall’esperienza o dal sapere delle scienze e richiedono affinamento e ulteriore studio. È importante prendere il tempo necessario per questa riflessione e investirvi le energie migliori, senza cedere a giudizi semplificatori che feriscono le persone e il Corpo della Chiesa». Ancora in un altro passaggio della Relazione di Sintesi, il Sinodo decreta che «anche le persone che si sentono emarginate o escluse dalla Chiesa, a causa della loro situazione matrimoniale, identità e sessualità chiedono di essere ascoltate e accompagnate, e che la loro dignità sia difesa. Nell’Assemblea si è percepito un profondo senso di amore, misericordia e compassione per le persone che sono o si sentono ferite o trascurate dalla Chiesa, che desiderano un luogo in cui tornare ’a casa’ e in cui sentirsi al sicuro, essere ascoltate e rispettate, senza temere di sentirsi giudicate. L’ascolto è un prerequisito per camminare insieme alla ricerca della volontà di Dio. L’Assemblea riafferma che i cristiani non possono mancare di rispetto per la dignità di nessuna persona».