Lo scontro tra Ungheria e Unione Europea è sempre più forte e con conseguenze ancora potenzialmente “infinite” qualora non si riuscisse a trovare una quadra dopo la legge “anti-Lgbt” approvata dal Governo Orban a inizio giugno (ed entrata in vigore negli scorsi giorni). Se vi si aggiunge poi che la relazione durissima lanciata contro l’Ungheria (“Risoluzione sulle violazioni del diritto dell’Ue e dei diritti dei cittadini Lgbtiq in Ungheria”) è stata firmata e siglata da un eurodeputato, il laburista maltese Cyrus Engerer, che è un omosessuale condannato per revenge porn, ecco che il quadro dello scontro è bello che pronto.
Si attende nelle prossime ore il voto del Parlamento Europeo sulla risoluzione Ue contro la legge di Orban che impone il divieto di “promozione” dei contenuti pro-Lgbt: già le polemiche erano alle stelle tra Budapest e Bruxelles visto lo stop imposto dalla Commissione Ue al Recovery Plan ungherese, ufficialmente per «mancate garanzie sulle risorse messe in piano». I commissari non lo hanno detto ovviamente apertamente, ma un più che probabile motivo di scontro sul fronte Next Generation Eu potrebbe derivare proprio dalla legge sui diritti civili dell’Ungheria tanto contestata dall’Europa.
IL RELATORE UE CONDANNATO PER REVENGE PORN
«Stato membro colpevole di non omologarsi al pensiero unico di Bruxelles», è il commento molto critico con la maggioranza Von der Leyen lanciato da Raffaele Fitto, co-presidente del gruppo Ecd-Fdi. Ieri la stessa Presidente della Commissione ha lanciato la sfida a Orban: «legge vergognosa che non serve alla protezione dei bambini e che lo usa come pretesto per discriminare l’orientamento delle persone», è il commento durissimo di Ursula Von der Leyen, che poi aggiunge «Se l’Ungheria non aggiusterà il tiro la Commissione userà tutti i poteri ad essa conferiti come guardiano dei Trattati. Dall’inizio del mio mandato abbiamo aperto circa 40 procedure di infrazione legate al rispetto dello stato di diritto e se necessario apriremo altre procedure». Ma sul voto della risoluzione Ue cala l’ombra del relatore maltese, Cyrus Engerer: le ire di Budapest cominciano con la ministra della Giustizia Judit Varga che assicura come la legge non sarà ritirata, e aggiunge, «Quanto è credibile il relatore del Parlamento europeo che contesta la legge dell’Ungheria sulla protezione dell’infanzia adottata di recente dopo essere stato condannato per crimini sessuali?». La ministra fa riferimento ai fatti accaduti nel 2014, citando il “Times of Malta” e il “The Malta Independent” e le indagini compiute a suo tempo anche dalla giornalista uccisa nel 2017 in un attentato, Daphne Caruana Galizia: «Engerer nel 2014 ricevette una condanna a due anni di carcere per aver distribuito foto pornografiche del suo ex fidanzato nel tentativo di screditarlo». Scrive oggi “La Verità” ricordando alcune pagine di Galizia sull’attuale eurodeputato laburista, «Engerer entrò in casa dell’ex senza permesso e rubò le foto dal suo computer, usandole poi per ferirlo agli occhi del suo datore di lavoro e dei colleghi, sperando che perdesse il lavoro o almeno il loro rispetto».