Si chiama Remdesivir ed è una nuova, grande speranza che il mondo della scienza fornisce all’umanità intera nella lotta contro il Coronavirus. Il farmaco, infatti, è un antivirale e sarà testato nelle prossime ore in Italia per capire se può davvero rappresentare un efficace rimedio nella battaglia globale contro il Covid-19. L’annuncio dell’avvio della fase di test nel nostro Paese è stato dato dall’azienda americana Gilead Sciences, che ha comunicato: “L’Italia parteciperà ai due studi di fase III promossi da Gilead Sciences per valutare l’efficacia e la sicurezza della molecola sperimentale Remdesivir negli adulti ricoverati con diagnosi di Covid-19”. Un primo, importante passo in quella che in molti, negli ampi spazi dedicati dai media sulla vicenda o direttamente attraverso i propri profili social, non hanno esitato a definire “una guerra”. D’altro canto, il numero dei decessi aumenta vertiginosamente di giorno in giorno, come aveva preannunciato il premier Giuseppe Conte nel suo discorso alla nazione di mercoledì sera, nel quale ha ricordato di restare a casa il più possibile e di dotarsi di un’infinita dose di pazienza, perché i risultati delle norme contenitive potranno vedersi soltanto tra qualche settimana.
REMDESIVIR, FARMACO CONTRO CORONAVIRUS: DOVE SARÀ TESTATO?
Come hanno fatto sapere da Gilead Sciences, “gli studi saranno inizialmente condotti presso l’ospedale Sacco di Milano, il policlinico San Matteo di Pavia, l’azienda ospedaliera di Padova, l’azienda ospedaliera universitaria di Parma e l”stituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma”. Almeno inizialmente, si intende. Sì, perché la multinazionale a stelle e strisce ha sottolineato che “si stanno identificando, in collaborazione con Aifa (Agenzia italiana del farmaco), altri centri in regioni con alta incidenza dell’infezione da Coronavirus per l’inclusione negli studi. Remdesivir non è ancora approvato dalle autorità regolatorie per uso terapeutico e viene fornito per uso compassionevole, al di fuori degli studi clinici, per il trattamento in emergenza di singoli pazienti affetti da Covid-19 in gravi condizioni e senza valide alternative terapeutiche”. L’auspicio, chiaramente, è che il farmaco antivirale possa fornire le risposte auspicate dai medici, così da poterlo ufficialmente somministrare alle persone colpite dal virus e fornire loro un valido supporto lungo il percorso di guarigione, in alcuni casi decisamente tortuoso.