Per l’utilizzo su larga scala del Remdesivir, per il quale gli Usa hanno già dato via libera alla sperimentazione, bisognerà comunque valutare attentamente il rapporto tra rischi e benefici, sul quale l’Agenzia Europea del Farmaco si è dimostrata molto prudente. “L’avvio dello studio di revisione rapida sull’antivirale remdesivir, nato per contrastare il virus Ebola, significa che è iniziata la valutazione e non implica che i suoi benefici siano maggiori dei rischi“. Il che significa che ci sarà grande attenzione relativa agli effetti collaterali che, anche per quanto riguarda la terapia anti-Ebola, sono stati sempre piuttosto pesanti per il Remdesivir, che è comunque uno degli antivirali più promettenti tra quelli testati in questa fase di piena emergenza del virus in tutto il mondo. (agg. di Fabio Belli)



REMDESIVIR, EUROPA PIU’ PRUDENTE

Dopo gli Stati Uniti si muove anche l’Europa sul fronte Remdesivir, il farmaco anti-Ebola autorizza dalla Food and Drug Administration. Quello dell’EMA, l’Agenzia Europea del Farmaco, è un passo più prudente (l’uso dell’antivirale non viene autorizzato) ma una conferma importante dell’interesse suscitato da Remdesivir. E’ stato infatti avviato uno studio di revisione continua dei dati con procedura rapida per velocizzare la valutazione di un farmaco sperimentale giudicato promettente. In una nota l’Ema precisa che l’inizio dello studio “non implica che i suoi benefici siano maggiori dei rischi” e che l’Agenzia valuterà “tutti i dati sul remdesivir, e trarrà delle conclusioni sui benefici e rischi del farmaco il prima possibile”. Come ricordato da ilfattoquotidiano.it, sebbene il Remdesivir non sia ancora autorizzato in UE, esso può essere impiegato per i pazienti attraverso gli studi clinici ed i programmi di uso compassionevole che consentono di utilizzare farmaci non autorizzati in situazioni di emergenza. A motivare la mossa europea i risultati preliminari incoraggianti dello studio ‘ACTT’, che suggerisce un effetto benefico del farmaco nel trattamento dei pazienti ospedalizzati con forme moderate o severe di Covid-19 oltre che quello di un recente studio cinese. (agg. di Dario D’Angelo)



REMDESIVIR, SI MUOVE ANCHE L’EMA

Il Remdesivir è un farmaco, da qualche ora a questa parte, ufficialmente autorizzato negli Stati Uniti per provare a contrastare il coronavirus. Quello in questione è un medicinale storicamente attenzionato da quando è scattata l’emergenza, e a riguardo va sottolineato anche l’intervento dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, nonché del Champ, il comitato per i medicinali per uso umano, che hanno avviato una “revisione periodica” dello stesso medicinale. Tale mossa “significa solo che – fa sapere l’Ema – la valutazione di remdesivir è iniziata, e non implica che i suoi benefici siano superiori ai rischi”. La revisione è uno degli strumenti di cui dispone l’agenzia “per accelerare la valutazione di un farmaco sperimentale promettente – sottolinea anche l’Ema, come riferisce l’Adnkronos – durante un’emergenza di sanità pubblica, come la pandemia in corso”. L’agenzia sottolinea comunque come sia ancora troppo presto cantare vittoria: “è troppo presto per trarre conclusioni sul bilanciamento rischio-beneficio del medicinale”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



REMDESIVIR, USA AUTORIZZANO FARMACO, FAUCI E GLI ESPERTI: “NON È CURA CORONAVIRUS”

L’utilizzo del Remdesivir, autorizzato d’urgenza dagli Stati Uniti per il trattamento del coronavirus, non sarà “the magic bullet”, la formula magica capace di cancellare d’un colpo l’emergenza sanitaria che ha colpito il mondo intero. Ne sono convinti diversi scienziati, come riportato da La Repubblica, scettici sulla possibilità che il farmaco antimalarico nato per contrastare Ebola possa risultare determinante nella lotta contro il Covid-19. Eppure uno studio pubblicato in queste settimane sugli effetti del farmaco antiretrovirale ha mostrato come il Remdesivir abbia contribuito a ridurre i tempi di recupero dei malati gravi di coronavirus. La verità, come spesso accade, potrebbe trovarsi a metà strada: il virologo a capo della task force coronavirus negli Usa, lo stimato Anthony Fauci, ha appoggiato la decisione della FDA di autorizzare il farmaco ma ha sottolineato più volte che gli effetti positivi fatti registrare dal farmaco non devono far pensare che si tratti di una cura per il coronavirus. (agg. di Dario D’Angelo)

REMDESIVIR, USA AUTORIZZANO FARMACO

Importante decisione nella ricerca ad una terapia farmacologica contro il covid-19. Negli Stati Uniti la Food & Drug Administration ha infatti dato via libera al Remdesivir, il farmaco antivirale sperimentato per la prima volta con successo in alcuni ospedali italiani. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha infatti ufficialmente comunicato alla stampa che la Fda ha accordato in fase “d’emergenza” all’uso del remdesivir della casa farmaceutica Gilead per la cura del coronavirus. La notizia è stata annunciata direttamente dallo Studio Ovale, Trump ha sottolineato che il Remdesivir è stato approvato con la procedura d’emergenza dall’Fda. “Si tratta di una terapia importante per il trattamento dei pazienti Covid ricoverati in ospedale“, dunque non sarà somministrato in farmacia ma solo per la terapia ospedaliera, ascoltando il parere del virologo della Casa Bianca Anthony Fauci, che ha sottolineato come il Remdesivir acceleri la guarigione dei malati gravi riducendo in maniera significativa il tasso di mortalità.

REMDESIVIR TRA I FARMACI STRATEGICI IN AMERICA

Il Remdesivir viene considerato nel blocco dei farmaci considerati strategici in America, con gli Stati Uniti che hanno dato un impulso molto forte nella sperimentazione dei farmaci anti-coronavirus. In questo il presidente Donald Trump e il virologo della Casa Bianca Anthony Fauci hanno collaborato con crescente intesa, dimenticando le incomprensioni che fino a 15 giorni fa vedevano Fauci essere quasi in procinto di licenziamento. I guariti nel mondo nella pandemia da covid-19 sono ora 1.014.809, mentre i morti sono 233.405 a fronte di un totale di 3.257.520 casi. Gli Stati Uniti, con oltre un milione di casi diagnosticati di Covid-19, rappresentano da soli quasi un terzo dei casi ufficialmente registrati e nonostante il lockdown sia molto stringente continuano le manifestazioni d’insofferenza, crescenti in Michigan dove la gente ha sparato in strada per sollecitare la fine della quarantena.