L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) boccia il remdesivir, uno dei due farmaci approvati in Europa contro il coronavirus che recentemente è stato usato anche per curare il presidente Usa Donald Trump. E nella comunità scientifica scoppia un caso, in quanto almeno sul remdesivir erano emersi risultati incoraggianti dagli studi condotti finora. Ma andiamo con ordine. L’Oms cita i risultati ad interim del Solidarity Therapeutics Trial, secondo cui remdesivir, idrossiclorochina, la combinazione lopinavir/ritonavir e i regimi a base di interferone sembrano avere un piccolo o addirittura inesistente effetto sulla mortalità a 28 giorni o sul decorso ospedaliero del Covid-19 tra i pazienti ricoverati. Finora il remdesivir è stato l’unico farmaco considerato in grado di avere effetti specifici per il coronavirus, infatti è anche l’unico farmaco che ha ricevuto un’autorizzazione d’emergenza per il trattamento del Covid-19 da parte della Food and Drug Administration statunitense.



In questo studio, però, l’Oms spiega che questo medicinale antivirale ha “poco o nessun effetto sulla mortalità” per i pazienti ospedalizzati e non sembra aiutarli a guarire più velocemente. Anche gli altri farmaci sopraccitati sono stati bocciati dall’Oms: “Per ogni farmaco studiato l’effetto sulla mortalità è stato deludente e non promettente”.



REMDESIVIR, SCONTRO TRA GILEAD E OMS

Diversi altri studi avevano “bocciato” l’idrossiclorochina, spiegando che questo farmaco antimalarico non è in grado di produrre alcun beneficio ai pazienti affetti coronavirus. Invece, per quanto riguarda il remdesivir, un grande studio controllato condotto negli Stati Uniti aveva evidenziato che è in grado di ridurre i tempi di recupero di circa un terzo negli adulti gravemente malati, ma non di aiutare i pazienti con una forma più lieve della malattia. Gilead Sciences, produttore del farmaco, precisa che i risultati dello studio coordinato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) non affermano che il farmaco non sia comunque di alcun beneficio. “I dati appaiono incoerenti con prove più solide frutto di molteplici studi randomizzati e controllati pubblicati su riviste peer-reviewed che confermano il beneficio clinico del remdesivir”, ha dichiarato Gilead in un comunicato.



La società si è detta preoccupata per il fatto “che i dati di questo studio globale a marchio aperto non siano stati sottoposti alla rigorosa revisione necessaria per consentire una discussione scientifica costruttiva”. Nella nota si spiega anche che i “benefici sono stati dimostrati in tre studi clinici randomizzati e controllati, incluso uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, il metodo migliore per valutare l’efficacia e la sicurezza dei farmaci in sperimentazione”.