Il filosofo e storico Rémi Brague nella sua ultima opera, Sauvre, ha riflettuto assieme ad una ventina di intellettuali sul concetto di “salvezza”, partendo dalla domanda fondamentale su cosa l’umanità dovrà salvare e trasmettere ai posteri: “La nostra civiltà, la pace, il pianeta, la differenza tra i sessi?”. Un’opera che sembra essere un elenco di cose belle ed importanti che l’umanità deve lasciarsi alle spalle, della quale ha parlato in un’intervista con il quotidiano Le Point, rilanciata dal Foglio.
Salvare qualcosa, spiega Rémi Brague, “per me significa portare ciò che salviamo al suo punto più autentico, il che implica sempre una conversione radicale“, un’operazione che “ci porta spesso a riconsiderare la nostra vita e mettere a posto alcune cose”, esattamente come avviene quando si sfugge alla morte, comprendendo “cosa vale davvero la pena conservare, distinguere ciò che è essenziale da ciò che è accessorio”. Complessivamente, inoltre, Rémi Brague ritiene che siano poche le cose da non salvare, e sono soprattutto “ciò che si rifiuta di essere salvato, in particolare ciò che si rifiuta di effettuare la necessaria revisione”.
Rémi Brague: “Dobbiamo aprire gli occhi e capire cosa salvare”
“Sempre più persone”, spiega ancora Rémi Brague, “si rendono conto che ci sono cose con cui non si può giocare, dalla base biologica della nostra esistenza collettiva – la natura – e personale – il corpo – fino alle più alte conquiste della cultura, passando per ciò che le rende possibili e ne costituisce l’ambiente di nutrimento, cioè il linguaggio“. Ma si tratta di una consapevolezza non acquisita, ma che “si è imposta nel dibattito pubblico”.
Secondo Rémi Brague, infatti, la “consapevolezza” sulle cose importanti è dettata da due fattori: “da un lato, la realtà concreta e oggettiva delle minacce che si annidano intorno a noi; dall’altro, forse mi sto facendo delle illusioni, la demonetizzazione delle ideologie e, dopo la sbornia che ne consegue, il risorgere di una certa lucidità”. Di fronte a tutto questo particolare clima di illusioni, ideologie e cose da salvare, Rémi Brague indica una sola via di uscita “accettare di aprire gli occhi“.