“L’OCCIDENTE PUÒ SOPRAVVIVERE ALLA FOLLIA DEL WOKISMO”: PARLA REMI BRAGUE

Secondo il filosofo Rémi Brague, l’Occidente non è così “spacciato” per quanto riesce ad “offrire” a livello culturale: è un continuo attacco alla cultura woke la lunga intervista rilasciata al “Foglio” dal filosofo della Sorbona, esperto di pensiero ebraico e arabo medievale. «Ci sono così tante follie ideologiche che è difficile sceglierne una. Soprattutto perché le follie si susseguono così rapidamente che è difficile stargli dietro e ogni ondata è una sorpresa», racconta Brague a Giulio Meotti.



Quella che il filosofo francese definisce una sostanziale «mania», ovvero il wokismo, era imprevista e così i tentativi della cultura “politicamente corretta” che ha cercato di far della “cancel culture” e “woke culture” «l’erede del movimento per i diritti civili», in realtà sono ingannevoli. Il peggio però, sottolinea ancora Remi Brague, si trova tra le persone ancora in buona salute mentale che «reagiscono debolmente a tutti questi scoppi di follia, il più delle volte per vigliaccheria, per paura di essere visti come reazionari e ‘fuori dal mondo’».



IL FILOSOFO ‘NON CORRETTO’: “SERVE RIFORMARE L’OCCIDENTE MA PUÒ SALVARSI”

Per la cultura di oggi, per l’area woke, la famiglia è divenuta un ostacolo sostanziale: secondo Remi Brague, lo stato ha ormai lo stesso ideale del mercato, «una società che non è altro che un pulviscolo di individui isolati, atomi umani che comunicano solo attraverso l’intermediazione dello stato e del mercato». In quanto la famiglia è la più elementare delle istituzioni cosiddette “intermedie”, è l’unica in grado di permettere all’individuo di diventare una persona in ambito sociale: ebbene, proprio per questi motivi secondo Brague la famiglia sarà sempre più vittima di attacchi anche molto violenti. E così dopo il matrimonio omosessuale, aggiunge, «il prossimo passo sarà probabilmente la poligamia».



Un’altra delle idee “folli” per Remi Brague è l’ideologia del genere “neutro”: «il gender è un concetto grammaticale. Si differenzia dal ‘sesso’, che è un concetto biologico che riguarda direttamente il modo in cui una specie vivente assicura la propria perpetuità riproducendosi. Il ‘genere’ è artificiale, il ‘sesso’ naturale». Era il matrimonio a tenere assieme questi due concetti, permetteva di incanalare e nobilitare l’istinto di riproduzione trasformando «in una relazione tra persone, il desiderio poteva essere trasfigurato diventando amore». Le varie follie sulla sessualità e il genere, rintuzza il filosofo, andranno ad eliminarsi nel tempo in quanto «sterili»: il movimento woke, in sostanza, «può solo distruggere, non ha nulla di positivo da offrire». L’Occidente messo così si potrebbe pensare sia pronto ad esplodere, a crollare al suo interno: ma per Remi Brague, che pure ammette di essere pessimista sul breve periodo, il futuro potrebbe essere comunque diverso dal “trend” preso in questi ultimi decenni. «Abbiamo bisogno di una società che porti ad una tecnologia efficiente, un sistema politico che garantisca la libertà di tutti i cittadini, un’effettiva uguaglianza dei sessi, una conoscenza del passato il più possibile imparziale e la perpetuazione della specie su un pianeta abitabile», conclude il pensatore, «nel mercato delle civiltà attualmente in vita, non vedo altro che la civiltà occidentale possa raggiungere questo obiettivo, a patto che attui alcune riforme fondamentali».