Rems è un termine che ricorre nelle cronache giudiziarie e che è legato anche al caso di Luca Delfino, il killer di Antonella Multari che fu condannato per l’omicidio della 32enne avvenuto a Sanremo nel 2007. La uccise in pieno centro con 40 coltellate e fu destinatario di una sentenza definitiva a 16 anni e 8 mesi di reclusione, scontati in un carcere ligure prima di essere trasferito nella struttura in cui dovrà trascorrere altri 6 anni e mezzo. Di fatto, senza tutte le restrizioni di un regime carcerario ma comunque sottoposto a controllo costante e a cure specifiche in vista di un reinserimento in società.
La Rems è una “residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza” ed è nata sulle ceneri degli Opg, gli ospedali psichiatrici giudiziari che furono aboliti nel 2013 con chiusura definitiva datata 2015. Si tratta quindi di un centro per soggetti affetti da disturbi mentali e autori di reati per i quali la giustizia ha disposto il ricovero al posto della detenzione in un penitenziario. In Italia (dati al 31 dicembre 2023) le Rems attive sono 31 e ospitano un totale di 577 pazienti. Sono essenzialmente di due tipi: centri di “valutazione e stabilizzazione per la diagnosi e il programma di cura” con lo scopo di futuro inserimento in strutture a minore intensità assistenziale; centri di “mantenimento” in ottica riabilitativa. In entrambi casi, si tratta di un internamento transitorio e applicabile soltanto se sussistono elementi utili a ritenere la Rems come “la sola misura idonea” a bilanciare l’esigenza di cura con la sorveglianza sulla pericolosità sociale di un soggetto affetto da vizio parziale o totale di mente.
Perché Luca Delfino è finito in una Rems dopo il carcere per l’omicidio di Antonella Multari
Luca Delfino uccise l’ex Antonella Multari con 40 coltellate a Sanremo, per strada. Era il 10 agosto 2007 e un anno prima finì nel cono dei sospetti – poi processato e infine assolto per insufficienza di prove – per l’omicidio di un’altra ex fidanzata, Luciana Biggi, assassinata nel 2006 a Genova. Due gravissimi fatti che gli valsero il sinistro appellativo di “killer delle fidanzate” e che, dopo la sua scarcerazione del 2023 e l’assegnazione temporanea ad una Rems (per un periodo di 6 anni e mezzo), sono tornati in testa alle cronache nazionali.
Ma perché Luca Delfino è finito lì? Il motivo risiede nella sua storia processuale, precisamente nel fatto che fu riconosciuto seminfermo di mente con una perizia psichiatrica e per questo la sua pena fu ridotta (anche alla luce della scelta di rito abbreviato): la Procura aveva chiesto l’ergastolo per l’omicidio di Antonella Multari, la sentenza di condanna definitiva stabilì invece 16 anni e 8 mesi di reclusione.
Rems per Luca Delfino, cosa dice la perizia psichiatrica
Luca Delfino è stato inserito in una Rems, dunque, proprio per l’esito della perizia psichiatrica che lo ha riconosciuto affetto da un vizio parziale di mente. Gli esperti che lo hanno esaminato, ricostruisce Repubblica, avrebbero rilevato in lui un grave disturbo della personalità con tratti borderline, narcisistici, paranoidei, antisociali e sadici.
La madre di Antonella Multari, Rosa Tripodi, ha implorato le istituzioni di non rimetterlo in libertà. L’allentamento della misura, previsto dal trasferimento dal carcere alla Rems, è per lei fonte di grandissima preoccupazione. “Mi ha promesso che me la farà pagare, ho paura“, ha dichiarato più volte la donna davanti alle telecamere. Luca Delfino, riconosciuto socialmente pericoloso, scontata la pena in carcere sarebbe stato destinato a un Opg se questo non fosse stato smantellato dalla legge 81/2014. Per lui quindi si è aperto l’orizzonte di un ingresso in Rems, di fatto una struttura sanitaria che ospita appunto autori di crimini che siano ritenuti infermi o seminfermi e socialmente pericolosi.