Secondo il professor Giuseppe Remuzzi, intervenuto ai microfoni de “Il Corriere della Sera”, quello che serve ora è uno sforzo di massa per vaccinare tutto il mondo, al fine di non piangere di nuovo un numero eccessivo di morti in autunno. “L’Europa dovrebbe unire le forze di chi produce, infiala e distribuisce i vaccini: un grande laboratorio virtuale che naturalmente va governato e che metta insieme il know how dei principali attori. Il virus continua a cambiare, ma anche la scienza va avanti”, ha commentato.



Pfizer, Moderna e AstraZeneca stanno lavorando a vaccini che proteggano dalle nuove varianti e potrebbero arrivare a breve anticorpi monoclonali di nuova generazione. A San Diego, in California, un gruppo di ricerca è riuscito a far produrre la proteina Spike alle alghe e “lo si può fare anche con piante di tabacco modificate geneticamente (la mutazione interessa solo le foglie e quindi non si trasmette alle generazioni successive). In questo modo sarà possibile, in futuro, avere grandi quantità di vaccino a basso costo: un terreno di 12.500 metri quadrati basterebbe a produrre dosi sufficienti per tutti gli italiani”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



GIUSEPPE REMUZZI: “ESISTONO DUE EPIDEMIE”

Invita alla vaccinazione di massa il professor Remuzzi, stimato luminare dell’istituto Mario Negri di Milano: «Oggi esistono due epidemie: quella dei vaccinati e quella dei non vaccinati – le sue parole ai microfoni del Corriere della Sera tramite un’intervista di stamane – la prima è paragonabile a un’influenza, la seconda è un’infezione potenzialmente letale. Lo spiega bene un articolo del Washington Post, dove Roy Gulick, capo delle Malattie infettive alla Weill Cornell Medicine di New York, afferma che il 97% dei ricoverati per Covid non è stato vaccinato. A conferma di ciò vediamo che in Gran Bretagna ieri, a fronte di 36mila nuovi contagi giornalieri, i morti sono stati ‘solo’ 64. Il 20 gennaio i contagi erano 38mila e i decessi 1.300. I vaccini autorizzati in Europa e negli Stati Uniti sono estremamente potenti nel proteggere da malattia grave e morte». Remuzzi applaude l’iniziativa del Green Pass obbligatorio per numerose realtà: «Rappresenta un incentivo per coloro che hanno paura dei vaccini, come si vede dal boom di prenotazioni. Non possiamo convincere i no-vax, ma gli indecisi sì, e non sono pochi. Sbaglia chi parla di ‘limitazione della libertà’: anche la patente potrebbe essere vista in questo modo, ma non vogliamo che una persona che ne è priva guidi la macchina, mettendo a rischio sé stesso e gli altri».



E per il professore bisognerebbe estendere ulteriormente il passaporto vaccinale: «Sarebbe importante estendere il green pass alle scuole, dando una sorta di ‘idoneità’ agli insegnanti vaccinati. In pandemia, non è pensabile che chi lavora a contatto con altre persone non sia protetto». Sulla vaccinazione ai più giovani, alla luce della recente autorizzazione di Ema al vaccino di Moderna per la fascia 12-17 anni, giunta nella giornata di ieri: «I vaccini a base di mRna si sono rivelati molto efficaci e sicuri negli under 18. I casi di miocardite e pericardite (4 su 100mila vaccinati) si risolvono spontaneamente nel giro di pochi giorni e non c’è il rischio di complicanze. Al contrario, Covid nei bambini può provocare, anche se molto raramente, la sindrome infiammatoria multisistemica, che richiede cure intensive e può causare effetti indesiderati anche a distanza di tempo».

REMUZZI: “VACCINI OK PER DONNE IN GRAVIDANZA E IN ALLATTAMENTO”

Remuzzi consiglia il vaccino anti covid anche alle donne in gravidanza e in allattamento: «Ci sono due ragioni fondamentali per dire sì alla vaccinazione in gravidanza: la prima è che le donne incinte hanno una ridotta capacità polmonare per la pressione esercitata dall’utero e quindi rischiano una malattia più grave (con il doppio delle probabilità di dover ricorrere alla ventilazione assistita rispetto alle altre donne). La seconda è che il sistema immunitario in gravidanza si indebolisce. Anche quando si allatta il vaccino è consigliato: nel latte materno sono presenti anticorpi che passano al bambino, anche se non sappiamo ancora quanto lo proteggano».

Ma cosa succederà nei prossimi mesi? Difficile prevederlo ma Remuzzi ha una certezza: «Se non ci vacciniamo tutti, alla fine di questa fase potremmo avere molti morti anche in Italia. Non solo. Quello che serve ora è uno sforzo per vaccinare tutto il mondo».