Il professor Mario Negri, direttore dell’istituto ricerche farmacologiche Mario Negri di Bergamo, nell’intervista odierna al Mattino di Napoli prova a “leggere” l’emergenza sanitaria e ospedaliera di questi giorni con gli occhi dell’esperto di fama mondiale senza “aizzare” allarmismi laddove non ve ne siano. Dopo i numeri in difficoltà di Campania e altre Regioni del Centro-Sud sul tema delicato delle terapie intensive, Remuzzi lancia la sua personale proposta «occorre trasferire i pazienti che affollano i reparti infettivi degli ospedali in strutture intermedie. Cosi’ gli ospedali possono fare quello che devono fare: curare i casi e salvare vite umane». In termini invece di limitare il più possibile il contagio, il professore conferma la propria medesima linea in tutta la pandemia fino ad oggi (né allarmista nei momenti peggiori né “diminuzionista” quando il Covid spaventava di meno): «ad oggi finchè non arriva quello vero la mascherina e’ il nostro vaccino».
REMUZZI “LA PANDEMIA NON DURA PER SEMPRE”
Il motivo è semplice, con Remuzzi che sottolinea al Mattino come è scientificamente dimostrato che «la mascherina fa passare poca quantita’ di virus dai positivi che in questo modo attivano la risposta immunitaria nel corpo delle persone sane senza farle ammalare». A titolo di esempio, il professore del Mario Negri ricorda come nelle aree rosse della Lombardia durante la prima ondata di Covid-19 (Bergamo, Brescia, Cremona), dove la malattia ha circolato di più, «le persone sono già un po’ più forti perché hanno gia’ conosciuto il virus anche se non si sono ammalate». La pandemia da coronavirus «non durerà per sempre», conclude Remuzzi nell’intervista al quotidiano campano sulla “scia” di quanto già detto oggi dal membro Cts Franco Locatelli: «dobbiamo fare un po’ di sacrifici per proteggere chi rischia di ammalarsi ed evitare il collasso dell’economia. Dobbiamo stare in casa se non ci sono impellenze particolari come scuola e lavoro. I bambini devono andare a scuola ma i ragazzi piu’ grandi possono fare didattica a distanza».