Giuseppe Remuzzi, tra gli autori dello studio che dimostra l’efficacia degli antinfiammatori nella cura precoce del Covid, risponde a chi lo sta usando per evidenziare presunte trame del potere nella gestione della pandemia. “Scoprono che il Covid si può curare due anni e oltre 175 mila morti dopo“, titolava ieri La Verità. Giorgia Meloni ha subito promesso una commissione d’inchiesta in caso di vittoria del centrodestra alle elezioni politiche 2022. Ma lo studio non ha rivelato niente di nuovo, trattandosi di una review scientifica pubblicata dalla rivista The Lancet.
Aifa e ministero della Salute sono finiti subito sotto accusa per la famosa questione della Tachipirina e vigile attesa. “Ma questo non significa che abbiano sbagliato a dettare quelle linee guida. Semplicemente non potevano fare altrimenti, perché non c’erano ancora evidenze scientifiche a supporto degli antinfiammatori. Non appena ci sono state, hanno rivisto le indicazioni e l’Italia è stato il primo Paese a farlo“, spiega Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto per le ricerche farmacologiche Mario Negri.
“VACCINO COVID MIRACOLO DELLA MEDICINA MODERNA”
Tutte le ricerche sugli antinfiammatori sono state condotte prima della circolazione della variante Omicron, quando comunque il dibattito sulle terapie domiciliari più adatte stava infiammando lo scontro tra ministero della Salute e Agenzia italiana del farmaco (Aifa) da un lato e i comitati di medici dall’altro, i quali – contestando le indicazioni del governo – curavano i propri pazienti con cortisone e antibiotici. Quelle linee guide sono state riviste nell’aprile 2021, quando sono arrivati i risultati delle prime indagini scientifiche sull’uso dei Fans.
Eppure, la pubblicazione dello studio italiano ha innescato furiose polemiche, a partire dall’utilità del vaccino, “che è stato un miracolo della medicina moderna“, rimarca Giuseppe Remuzzi. Quest’ultimo ha spiegato che l’Aifa non si può muovere in assenza di evidenze scientifiche. “Anzi, il ministero ha fatto esattamente quello che doveva. E il nostro lavoro non ha nulla a che fare con la campagna elettorale“. Infine, un avvertimento: “Non vorrei che Lancet e l’istituto Negri venissero strumentalizzati per cercare consensi anche tra chi, magari, è contrario alla vaccinazione o ritiene che la somministrazione del paracetamolo sia sbagliata“.