Il professor Giuseppe Remuzzi lo ripete ormai da settimane: per potersi considerare “sicuri” dalla pandemia Covid-19 occorre arrivare alla quota di 90% di vaccinati in tutto il Paese (al momento il report nazionale indica 84% con almeno una dose, 80% con ciclo completo, 4% con anche richiamo aggiuntivo). Il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, intervistato dal “Mattino”, commentando le parole del Premier Draghi sulla quasi fine della pandemia, concorda sull’aspetto ottimistico-speranzoso.
«L’obiettivo potrebbe essere quello di arrivare al 90% di vaccinati, visto che il 100% è traguardo impossibile perché c’è sempre una quota di persone irraggiungibili, quelli che non si convincono»; per Remuzzi resta poi importantissimo vaccinare anche i migranti al loro arrivo in Italia per mantenere sempre alta la quota di immunizzati nel nostro Paese. Sulla terza dose però resta sempre guardingo, pur ammettendo che molto probabilmente servirà effettuarla per tutti: «dopo la terza dose», come visto in Israele, «gli anticorpi sono 19 volte di più. Ecco perché si vaccineranno le persone che abbiano più di 60 anni, indipendentemente da altre patologie. È anche possibile che ogni anno si debba un richiamo».
REMUZZI E IL GIUDIZIO SUL GREEN PASS DA ESTENDERE
Remuzzi giudica poi molto efficace il mix tra dose anti-Covid e anti-influenzale, specie per gli over 60 mentre conferma l’indirizzo di poter vaccinare anche i bambini senza alcun pericolo reale: «la pandemia si sconfigge quando si riescono a vaccinare tutti i soggetti che si riesce». Capitolo importante, visti anche gli ultimi accadimenti e proteste sul Green Pass, quello su restrizioni anti-Covid: «meno restrizioni? Se siamo vaccinati sì. Chi non è vaccinato deve continuare a seguirle perché potrebbe essere un soggetto super diffusore e, in un luogo chiuso, infettare contemporaneamente più persone». L’unico vero pericolo all’orizzonte, conclude Remuzzi sul “Mattino”, è l’emergere di varianti in grado di bucare il vaccino anti-Covid 19: finora anche la Delta è ben coperta ma, avverte, «se si lasciano scoperti dai vaccini Paesi emergenti e meno fortunati il problema ci potrebbe essere. Maggiore è la copertura della popolazione mondiale, più ci avvicineremo al momento in cui la pandemia farà meno paura».