La decisione del governo di estendere l’obbligo vaccinale a tutti gli over 50 è ragionevole per il professor Giuseppe Remuzzi. «Il razionale è che le persone ricoverate, anche in terapia intensiva, sono proprio gli over 50 o non vaccinati. Questa scelta allora è logica», ha dichiarato a In Onda, su La7, il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Bergamo. In questo modo si «proteggono gli ospedali da un sovraccarico». C’è un’altra considerazione da fare: «Un conto è il mondo ideale. Noi medici vorremmo che tutti fossero vaccinati, invece la politica deve valutare cosa si può fare e cosa si può fare subito». A proposito del dibattito sulle scuole, Remuzzi ha spiegato che non vanno chiuse: «Sarebbe sbagliato, abbiamo visto che la curva dei contagi non è cambiata con le vacanze. Il contributo della scuola è assolutamente trascurabile rispetto a questa diffusione del contagio».
Ma ci sono anche studi che lo dimostrano, come quelli dal Canada, Stati Uniti e Giappone. «Dimostrano che chiudere le scuole non porta vantaggi in termini di diffusione del contagio». Inoltre, è emerso che «la scuola è un luogo molto più sicuro per i ragazzi di tutto quello che la circonda. Quindi, chiudere le scuole non risolve assolutamente il problema, non c’è alcuna ragione. Abbiamo avuto la scuola chiusa per tanto tempo e i contagi sono comunque aumentati», ha aggiunto Giuseppe Remuzzi.
REMUZZI “NO VAX NON SI CONVINCONO”
Giuseppe Remuzzi a In Onda ha parlato anche dei no vax: «Non si convincono. Potete far vedere qualunque grafico, questi non si convincono. È come una religione». A tal proposito, ha parlato dei vaccini a mRna: «Pensate che sono il prodotto farmaceutico più sicuro che sia mai stato prodotto al mondo. È più sicuro di qualunque farmaco che prendiamo tranquillamente, dall’aspirina agli antibiotici, a quelli per proteggere lo stomaco e per la pressione». Eppure, ciò non basta a convincere i no vax, per questo per Remuzzi bisogna occuparsi dei non vaccinati che non sono no vax. «Poi non importa, per i no vax ci vacciniamo noi».
Sull’immunità di gregge non si è sbilanciato, anche perché dipende da ciò che accade anche altrove, non vivendo in maniera isolata. «Per raggiungerla in primis il virus non deve mutare e invece accade». Quindi, la via d’uscita può essere proprio la variante Omicron, che potrebbe rendere il Covid endemico. Un concetto che ha approfondito oggi a Mezz’ora in più su Rai 3. «Mi aspettavo che il virus sarebbe diventato progressivamente meno aggressivo e meno capace di aggredire i polmoni, secondo quella che è la naturale evoluzione dei virus, che nel giro di molti anni tendono a diventare meno letali».
“OMICRON E DELTA? ORA DUE PANDEMIE”
Quel che Giuseppe Remuzzi non si aspettava è che la variante Omicron fosse così contagiosa e riuscisse a diffondersi rapidamente. Ma non è detto che sia una cosa negativa, per i motivi riportati prima. Ora però ci troviamo in una strana situazione: «Abbiamo in un certo senso due pandemie: una sostenuta dalla variante Omicron e una dalla Delta». Il direttore dell’Istituto Mario Negri a tal proposito ha fatto riferimento ad alcuni dati, ancora allo studio, secondo cui i ricoverati in terapia intensiva sono coloro che hanno contratto la variante Delta. Quindi, c’è una sorta di “gara” in corso e dobbiamo sperare che a imporsi sia la variante Omicron, visto che è quella che appare meno letale. «È abbastanza chiaro che la malattia che provoca è meno severa, soprattutto per quanto riguarda l’interessamento polmonare». Se invece le due varianti dovessero coesistere, «questo potrebbe rappresentare un ulteriore problema, ci sarebbero delle preoccupazioni in più». Ma fare previsioni è difficile anche perché la situazione è in continua evoluzione, a partire dal coronavirus. «C’è un’altra variante che viene dal Camerun e che adesso si trova in Inghilterra e un’altra ancora è stata appena identificata a Cipro. La situazione da un momento all’altro può complicarsi, ma credo che qualche motivo di speranza ci sia».
“PRECAUZIONI PER ALMENO UN PAIO D’ANNI…”
Nel corso del suo intervento a Mezz’ora in più, il professor Giuseppe Remuzzi ha parlato anche delle precauzioni che ormai fanno parte della nostra quotidianità. «Se vogliamo parlare di tempi dobbiamo tenere conto che dovremo ancora prendere delle precauzioni almeno per un paio d’anni». Ma bisogna mantenere un equilibrio, anche quando si parla delle varianti. «L’enfasi che è stata messa per quelle precedenti (a Omicron, ndr) sulle superfici, come pulire tavoli, è probabilmente sbagliata perché il virus vive nelle cellule». Questo vuol dire che se beviamo dallo stesso bicchiere in poco tempo rischiamo di contagiarci, ma se quella gocciolina «rimane sulla superficie per un po’ si secca e muore». Questo perché «il virus non vive fuori dalle cellule». Di conseguenza, per Remuzzi «bisogna fare molta attenzione alle misure di protezione individuale, ai nonni che baciano i bambini, ma le superfici non hanno questo problema».