Renata Rapposelli, chi era: pittrice 64enne uccisa nel 2017

Renata Rapposelli aveva appena 64 anni quando è stata uccisa in maniera brutale. La donna viveva ad Ancona e secondo gli inquirenti, la donna fu strangolata a mani nude dal figlio Simone Santoleri nella casa dell’ex marito Giuseppe, a Giulianova, nell’ottobre 2017. Il suo corpo fu però rinvenuto solo un mese dopo, ormai irriconoscibile, a Tolentino, lungo l’argine del fiume, all’interno di un sacco dei rifiuti. I due uomini le tesero una trappola invitandola ad andare a trovarli a causa dei gravi problemi di salute del figlio. Nulla di più falso: l’obiettivo, stando alle ricostruzioni, sarebbe stato quello di farla desistere dalle pretese economiche per il mantenimento.



La donna, pittrice di Ancona, pretendeva dall’ex marito almeno 3 mila euro di arretrati per il mantenimento. Soldi che aveva intenzione di riprendersi e che fecero scaturire la lite al culmine della quale il figlio Simone la uccise. Furono alcuni amici di Renata Rapposelli ad accorgersi della sua assenza. Si trattava degli stessi amici della chat del gruppo di preghiera di cui la donna faceva parte e che avrebbero dovuto darle un passaggio per l’Inps. Non sentendola si sarebbero preoccupati lanciando l’allarme e denunciandone la scomparsa. Il suo corpo, quasi ormai irriconoscibile, fu ritrovato un mese dopo il delitto.



La descrizione della figlia di Renata Rapposelli in aula

Secondo quanto emerso nel corso delle indagini sul suo omicidio, Renata Rapposelli non aveva più contatti con il figlio Simone da circa otto anni. Dopo essere stata attirata con l’inganno dal suo ex coniuge, si sarebbe convinta a partire da Ancona e raggiungere in treno Giulianova. A parlare di Renata Rapposelli riferendo alcuni aspetti inediti della donna, fu la figlia Chiara. Chiamata a testimoniare in aula nel corso del processo a carico si Giuseppe e Simone Santoleri, la donna ha svelato alcuni retroscena che avrebbero contribuito a delineare la personalità della vittima.



“Mamma era sempre gioiosa, aveva sempre questo sorriso meraviglioso sulle labbra”, raccontò la figlia Chiara, come riferiva un articolo di Urbanpost.it del giugno 2019. A proposito dell’ultima conversazione avuta con Renata Rapposelli prima che quest’ultima si recasse verso il treno che l’avrebbe portata a Giulianova, la figlia aggiunse: “Le dissi proprio: ‘Mamma, se quello ti ammazza?’. E lei mi ha risposto male, mi ha detto: ‘Fatti i fatti tuoi, io non ho paura’”. Il corpo di Renata Rapposelli, come riferisce un articolo di Cronachemaceratesi.it, rimase in obitorio a Macerata per ben tre anni, dopo il suo ritrovamento, prima del funerale che si tenne nel dicembre 2020 Loreto. Un altro dettaglio macabro legato alla triste vicenda del delitto maturato per questioni economiche e che ha portato in secondo grado alla condanna del figlio Simone a 27 anni e dell’ex marito Giuseppe a 18.