Renato Pozzetto è un vulcano di idee oltre ad essere un attore dalla lunga carriera e dai grandi successi. La comicità italiana ha anche il suo volto e lui stesso ammette di aver iniziato a fare cinema e tv per portare i fondamenti del cabaret milanese ma non c’è riuscito, almeno secondo quanto lui stesso rivela in un’intervista al magazine “7” del Corriere della Sera. Proprio in questo libero sfogo, l’attore ha rivelato la sua delusione più grande in ambito lavorativo ma anche una chicca che nessuno conosceva ancora ovvero l’intervento di Umberto Bossi in Rai per “aiutarlo”. In particolare, l’attore ricorda la loro amicizia (visto che il leader della Lega abitava vicino i suoi genitori) ammettendo anche che all’epoca non era “famoso” e poi racconta: “Ci siamo frequentati: vieni su che ho una bottiglia, c’era questo rapporto… Anche con Maroni: mi manda tutti i giorni un messaggino. Dico la verità una volta mi hanno aiutato. Facevo una serie tv ‘Casa e bottega’, ma avevo gli ispettori Rai che venivano a controllare, dicevo che scrivevo cagate. Allora ho incontrato Bossi che comprava i sigari e gliene ho parlato. Mi ha risposto: dai, ti do una mano. Oh lo sai com’è la Rai? Stranamente, le cose sono cambiate di colpo”.



LA DELUSIONE DI POZZETTO

Se in questa lunga intervista Renato Pozzetto sorride parlando proprio del suo incontro e della sua amicizia con Umberto Bossi, non fa lo stesso quando fa un bilancio del mondo dello spettacolo (soprattutto come appare oggi). L’attore è convinto che adesso tutti siano un po’ sfruttati rispetto a prima e che per lavorare ci sia bisogno “del colpo di culo”: “Non c’è quel cinema che richiede un minimo di cultura, con tutto rispetto. Dipende dal culo. Quindi non hai un domani. Non gliene frega niente, ti spremono. Il mio rimpianto? Avrei voluto portare nel cinema il linguaggio poetico del cabaret milanese. Non ci sono riuscito”. Alla fine si scioglie in quello che è da sempre il dualismo della comicità ovvero da una parte i “milanesi” che non raccontavano mai la sessualità e dall’altra i romani:  “La differenza tra i milanesi e i romani era che loro stavano sulla famiglia, l’avanspettacolo, le barzellette. Non giudico, va bene così. Hanno vinto loro”.

Leggi anche

RENATO POZZETTO/ L'autobiografia di una vita "normale" ricca di aneddoti straordinariRenato Pozzetto: "Mia moglie Brunella? Penso a lei in continuazione"/ "Avrei potuto darle di più"